Il XV Congresso nazionale si svolge a Bari nel dicembre del 1981. L’accento si pone sulla costruzione di un movimento della società civile per la riforma della politica. Le direttrici lungo le quali questo movimento dovrà svilupparsi sono quelle della pace, della pianificazione globale (espressione presa dall’enciclica Laborem exercens di Giovanni Paolo II del 14 settembre 1981), della diffusione dei poteri.
Il movimento della pace si sviluppa come un riflesso della convinzione che esista nel mondo una forza più incisiva delle armi: la forza della ragione quando si esprime nelle convinzioni e nell’iniziativa convergente di milioni di persone.
La relazione congressuale del presidente Domenico Rosati fornisce precise e concrete indicazioni: centri di documentazione sui vari aspetti del problema e di corrispondente iniziativa, contatti con organismi omologhi cristiani e non e con le organizzazioni internazionali, specificazione delle scelte: crescita zero degli armamenti, abolizione del segreto militare sul commercio delle armi, rifiuto della installazione di nuovi strumenti di distruzione, identificazione di un ruolo europeo nel rapporto est-ovest, impegno sistematico per la vita e lo sviluppo
Il movimento della pianificazione globale ha lo scopo di affrontare e ridisegnare un quadro coordinato e finalizzato di interventi volti a rendere più equilibrato e meno precario il futuro che ci attende soprattutto in relazione al grave fenomeno della disoccupazione.
In concreto: contrasto alla dissennata linea neoliberista e definizione dei principali obiettivi: occupazione connessa alla riforma del lavoro, con un ruolo attivo della formazione professionale e della cooperazione. Il movimento della diffusione dei poteri intende utilizzare le opportunità già esistenti a partire dagli enti locali, e sperimentando nuovi canali, avendo come obiettivo la “spartitizzazione” delle amministrazioni a quei livelli. Si coltiva l’idea di centri locali di carattere polivalente – sotto la gloriosa etichetta dei Segretariati del Popolo – come luoghi aperti nei quali si realizza l’offerta ai cittadini dell’intera gamma dei servizi delle Acli. Non semplici sportelli, ma punti di riferimento e di sostegno in una società sempre più frammentata e sempre meno solidale.
Le Acli sono consapevoli che un simile movimento della società civile è un impegno che va ben oltre le loro forze e che esige una strategia di solidarietà popolare.
Una strategia che, mentre sa valorizzare le diverse espressioni della società civile, sa anche raccoglierle in un’ampia alleanza attorno ad obiettivi e progetti concreti. I protagonisti di questa solidarietà e di questa alleanza sono quelli che da tempo le Acli hanno individuato. Anzitutto il movimento associativo democratico, non corporativo e il movimento cooperativo più consolidato. In secondo luogo le esperienze che abbiamo definito di «nuovo sociale»: il volontariato, le nuove forme di cooperazione, le attività autogestite e più in generale quei gruppi e movimenti di base che si costituiscono attorno a bisogni di crescita umana, di nuova qualità di vita oppure sui grandi temi della non-violenza e dell’ambiente (mozione finale del XV Congresso nazionale Acli).
Ulteriore segno di novità a Bari fu il messaggio di saluto inviato da Giovanni Paolo II: un primo varco per essere riaccolti nella comunità ecclesiale.