Il metodo autenticamente riformista seguito da Biagi nella costruzione del Libro bianco, che fu la base del successivo provvedimento legislativo, è ancora oggi un punto di riferimento per un’evoluzione della legislazione del lavoro che sappia inserire i diritti individuali e collettivi dei lavoratori nella dinamica del cambiamento sociale ed economico. A 20 anni dall’approvazione della legge 30, che porta il nome del giuslavorista assassinato un anno prima dalle Brigate Rosse, è necessario riscoprire quella parte del progetto legislativo rimasta ancora incompiuta che riguarda le politiche attive del lavoro, l’apprendistato duale, il placement promosso da scuole e università, la bilateralità virtuosa e tutte quelle misure previste per l’inserimento dei più vulnerabili nel mercato del lavoro.
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