Sono giocatori speciali quelli che hanno iniziato ad allenarsi e presto giocheranno le loro prime partite di calcio in provincia di Ferrara: si tratta di 31 detenuti del penitenziario dell’Arginone, a cui è stata data una bella opportunità di integrarsi attraverso lo sport.
Quel calcio che troppo spesso riempie le cronache di notizie drammatiche, come gli scontri negli stadi che hanno causato anche morti, e che anche grazie a queste iniziative torna a presentarsi nella sua accezione più nobile, mettendo al centro i valori di impegno, inclusione, etica, integrazione.
Tutto questo è possibile grazie al contributo dell’Unione Sportiva Dilettantistica – US Acli San Luca/San Giorgio, storica protagonista del calcio dilettantistico estense, che ha messo a disposizione la sua esperienza e un allenatore professionista che allena per due volte a settimana nel campetto del carcere.
La squadra non si allenerà semplicemente per giocare ma anche per gareggiare contro formazioni provinciali che «se la normativa ci verrà incontro, potranno accedere al campo del carcere», come ha spiegato la comandante della Polizia Penitenziaria Annalisa Gadaleta.
Un bel progetto che unisce Etica e Sport ed evidenzia l’importanza del lavoro anche sociale che le società sportive dilettantistiche svolgono in tutta Italia.