Mesi di tensioni politiche tra Francia e Italia si sono dissolte nella giornata del 2 maggio scorso con la visita ufficiale del presidente Mattarella. La giornata ha inizio a Notre Dame e prosegue nella regione della Valle della Loira dove Mattarella incontra Macron.
Qui i due presidenti ripercorrono le orme di Leonardo. La prima tappa è ad Amboise e nella cappella di Saint-Hubert, in cui è stata ricostruita la sua tomba, depongono due corone di gigli. Proseguono la visita con un pranzo al maniero di Clos Lucé, dove Leonardo visse gli ultimi tre anni della sua vita e morì il 2 maggio del 1519. Quelli presso la corte di Francesco I furono anni di gloria e prestigio per il genio toscano, che aveva portato con sé alcune delle sue opere più care tra cui la Gioconda, spesso oggetto delle diatribe tra Francia e Italia. A 500 anni dalla sua morte Leonardo è invece occasione di unione tra i due paesi, i cui tentati di riconciliazione si concludono con la visita, nel tardo pomeriggio, del castello di Chambord.
L’opera, specchio della geometria e del fascino dell’architettura rinascimentale, li accoglie in presenza di 500 studenti, italiani e francesi, impegnati in masterclass tematiche su architettura, fisica, spazio e letteratura.
La figura del genio è stata al centro dei dialoghi condotti da personalità di spicco di ciascun settore. Renzo Piano ne ricorda l’importanza per la fondazione di una cultura moderna ed europea: “Leonardo è stata una di quelle personalità capace di portarci fuori dall’oscurantismo del medioevo”. Fabiola Gianotti ne celebra la strabiliante manifestazione in lui dell’unione di arte e scienza, e sottolinea come sia importante tenere presente il suo esempio quando immaginiamo queste due discipline separate.
Le sintesi dei lavori di gruppo vengono riportate dagli animatori degli atelier, tra cui Baricco per la letteratura e Samantha Cristoforetti per lo spazio, e dagli studenti ai due presidenti della Repubblica italiana e francese, in compagnia di Brigitte Macron e Laura Mattarella. Tutto si svolge nelle due lingue italiano e francese, e in presenza delle voci bianche del coro de La Scala di Milano che intonano sul finale i due inni: quello di Mameli seguito dalla Marsigliese.
Il momento conclusivo della giornata è la foto di gruppo, nell’immenso giardino alla francese del castello, sulle note questa volta dell’Inno alla gioia. A testimonianza di quanto la cultura italiana e francese siano affini e insieme costituenti di una cultura più vasta quale quella europea.