Non c’è soluzione di continuità fra l’incontro a Trieste tenutosi sabato a Trieste fra le principali associazioni cattoliche e la visita della Presidenza Acli ai progetti gestiti da IPSIA a Bihac, in Bosnia domenica scorsa.
Un week end intenso in cui le Acli, nel sottoscrivere l’appello ai candidati alle prossime elezioni europee ad essere promotori di soluzioni di pace per porre fine ai conflitti, testimoniano anche la necessità di azioni tese a lenire le ferite di quanti dalle guerre fuggono e, soprattutto, a rimuovere le cause che di quei conflitti ne sono premessa.
Non c’è, d’altro canto, soluzione di continuità fra quanti chiedono pace, aumentando però spese militari e retorica bellicista, e quanti, a protezione dei principi e dei valori dell’Europa utilizzano, le più moderne tecnologie militari per fermare e perseguire migranti disarmati e indifesi.
IPSIA è in Bosnia sin dal 1997 e con le comunità locali ha costruito progetti di sviluppo economico e sociale, ricostruito luoghi devastati da calamità naturali e da quasi dieci anni interviene per rendere più “umane” le condizioni di vita delle centinaia di migliaia di migranti che transitano sulla cosiddetta “rotta balcanica” per tentare il “game” (il tentativo di attraversare il confine croato sfuggendo agli stringenti controlli della polizia di frontiera).
Nel costante tentativo di tenere insieme attività con i migranti e progetti di sviluppo con la cittadinanza locale, servizi e rappresentanza istituzionale, la presenza di IPSIA nei campi gestiti dall’OIM e dal Ministero degli Interni bosniaco è stimolo al miglioramento delle condizioni di vita e offerta di spazi di aggregazione liberi e gratuiti, in cui, anche solo per pochi istanti, ci si riscopre semplicemente essere umani.
Nel corso della visita la presidenza ha avuto l’occasione di incontrare le istituzioni e le associazioni del territorio con cui IPSIA collabora e offrire un segno tangibile della propria vicinanza acquistando le attrezzature sportive per la palestra di una scuola primaria e sistemando la strada che conduce al campo migranti di Lipa. Un sostegno alla comunità residente e uno per i migranti, per testimoniare ancora una volta la necessità di tenere insieme i bisogni e non di contrapporli
Il Presidente Emiliano Manfredonia, nell’incontro conclusivo con il vicesindaco di Bihac ha sottolineato la ferma convinzione delle Acli per cui “la pace passa solo dall’inclusione e dall’allargamento dei confini dell’Europa, da una cooperazione e da un dialogo fra comunità che spesso, come in questo caso distano meno di 15 chilometri e meno dal punto di vista del comune sentire”.
Per aderire all’appello: lapacecomedovere@gmail.com
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