Mi chiamo Bertorello Sasha e vi racconterò come ho vissuto il Lockdown nella mia casa.
Abito a Borgoratti, una zona periferica di Genova, ma la via sulla quale affaccia il mio palazzo (Via Cadighiara) è un importante collegamento fra la Valle Sturla e la Val Bisagno, quindi molto frequentata.
Il Lockdown ha avuto effetti immediati sul traffico, infatti ho subito notato la quasi totale assenza di veicoli circolanti sulla strada sia pubblici che privati; per la prima volta ho sentito il silenzio quasi assoluto, è stato quasi surreale ma piacevole.
L’aria era più pulita dal solito, grazie al silenzio e al minor inquinamento ho apprezzato di più il tempo passato sul balcone ad ascoltare musica e a leggere libri.
Ho cercato delle attività da fare a casa da solo, visto che mia madre lavora in ospedale ed è poco presente.
La prima attività che ho svolto è stata costruire un puzzle da 1500 pezzi, questa occupazione mi ha impegnato per una settimana.
Successivamente ho catalogato la mia raccolta di monete che ho a casa. Ho anche trovato il tempo per guardare vari documentari e film in Tv.
Questo isolamento forzato ha cambiato tutte le mie prospettive, a tal punto che una sera ho apprezzato addirittura il fatto di uscire un minuto solo per portare fuori i rifiuti differenziati; non lo avrei mai immaginato.
Un’altra cosa che ho notato, visto che vivo in periferia, è la presenza di animali, ho visto molti più uccelli volare, la sera si sentivano le rane e una volta ho anche visto un cinghiale, la natura piano piano ha cominciato a riprendersi i sui spazi.
Il coronavirus mi ha messo alla prova, non potevo uscire per vedermi con i miei amici e per fare due passi, ma ho capito che dovevo stringere i denti e proseguire.
Una sera ho partecipato insieme a mia madre ad un canto collettivo dai balconi, inoltre ho trovato più tempo per scambiare due chiacchiere con i miei vicini, sempre mantenendo la distanza di sicurezza.
In questo periodo seppur negativo mi sono reso conto che il virus ci ha costretti ad avere rapporti umani più autentici, anche se regolamentati, rapporti che la tecnologia ci aveva fatto un pò dimenticare.
Anche i rapporti con i miei amici sono cambiati, non abbiamo più potuto vederci, ma ci siamo tenuti in contatto tramite videochiamate di gruppo; abbiamo approfondito il discorso di questa pandemia e preso coscienza dell’emergenza e di quanto sia fondamentale il senso di responsabilità che ogni persona deve avere nei confronti di sé stesso e della collettività.
Il Coronavirus ci ha costretti a cambiare tutte le nostre abitudini e le nostre priorità, ma per fortuna l’uomo è un essere capace di adattarsi e quello che i primi giorni ci sembrava assurdo ora sta diventando quasi normale.
Come tutti spero di riprendere la vita di prima, ma non dovremo mai dimenticare quello che il virus ci ha insegnato.