Votare a luglio sarebbe una forzatura. Oltre che un costo. E avrebbe come unica conseguenza quella di far vincere chi riesce a tenere \”a bada\” l\’astensione tra il suo elettorato. Senza considerare che questo non «è un secondo turno» come molti vogliono far credere. Per il presidente delle \’Acli Roberto Rossini i partiti sono chiamati «ad un atto di responsabilità». Una bocciatura del governo di garanzia equivarrebbe ad un autogoal.
Eppure è un\’ipotesi concreta al momento. Qual è la posizione delle Acli?
Ci sono due ordini di questioni: politiche ed economiche. Misembrachesistiaconsiderando il voto come una sorta di doppio turno, cosa molto sbagliata. È un errore perché noi non siamo in un sistema maggioritario, ma mi sembra che si stia muovendo in quest\’ottica. Una direzione che dovrebbe farci pensare, nella assoluta necessità di dotarci di una legge elettorale, ad altri modelli rispetto a quello attuale. La preoccupazione principale, se si votasse a luglio, sarà capire quale partito riuscirà ad abbassare di più l\’astensionismo. Il dato delle urne sarà comunque falsato.
Quindi cosa bisognerebbe fare in prima battuta?
La via via maestra è cambiare la legge elettorale, non per interessi di bottega, ma per consentire la governabilità. Gli italiani probabilmente il doppio turno lo accetterebbero con maggiore interesse. I partiti devono fare unariflessione: votare a luglio sarebbe fuorviante. Anche per problemi di natura economica e perché non è detto che questa volta ci sia un vincitore.
Votare in fretta, insomma, non risolverebbe lo stallo. Serve una riflessione seria sul sistema elettorale. l\’impressione di un doppio turno potrebbe disorientare gli elettori senza considerare che anche i partiti devono avere il tempo di ridefinire la proposta politica. Il programma elettorale non può essere lo stesso del 4 marzo.
Dal punto di vista pratico quali rischi ci sono?
Il principale è l\’aumento dell\’Iva che avrebbe conseguenze soprattutto sulle fasce economiche più deboli, senza considerare che servono coperture economiche per rendere possibile un nuovo voto. Al tempo stesso bisogna evitare che vengano tolte copertura a misure di Welfare, incrementando le diseguaglianze.