A pochi giorni dalla Seconda Conferenza degli Stati parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW), che inizierà lunedì 27 novembre presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, le organizzazioni che lavorano per la messa al bando delle armi nucleari, tra cui le Acli, lanciano un appello al Governo italiano: “venite a New York come osservatori”.
Una “ultima chiamata” che si concretizza dopo mesi di azione congiunta della società civile, nazionale ed internazionale, per allargare il più possibile lo spazio del confronto nell’ambito dell’unica norma internazionale che esplicitamente proibisce l’uso e la minaccia d’uso delle armi nucleari. In vista di un percorso di disarmo globale che possa portare ad una messa al bando definitiva delle armi più distruttive mai costruite nella storia.
“Continuiamo a chiedere all’Italia una partecipazione alle discussioni che ci saranno a New York, come diversi altri Paesi NATO o sotto il cosiddetto ‘ombrello nucleare’ hanno già fatto l’anno scorso a Vienna, e come Germania e Norvegia hanno già annunciato di voler fare la prossima settimana” ha sottolineato Daniel Högsta (vicedirettore della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, premio Nobel per la Pace 2017) a margine di eventi a Milano e Brescia avvenuti settimana scorsa. “L’Italia dovrebbe porsi l’obiettivo di partecipare al confronto con i Paesi che hanno esplicitamente dichiarato di voler mettere al bando le armi nucleari, se davvero crede all’obiettivo di un disarmo nucleare globale. Gli Stati che rifiutano di mettersi in gioco per questa prospettiva saranno giudicati dalla Storia, visto che stiamo parlando di armamenti che ancora oggi sono una minaccia all’esistenza stessa dell’umanità”.
Concetti ripresi anche dai partner italiani di ICAN: “Ci aspettiamo davvero una decisione coraggiosa da parte del Governo italiano, per poter ascoltare New York anche il contributo rilevante del nostro Paese, che da decenni conferma il proprio impegno per l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari. Ci sembrerebbe un giusto passo anche di democrazia, considerando l’evidente posizione contro le armi nucleari dell’opinione pubblica italiana”, evidenziano Daniele Santi (presidente di Senzatomica) e Francesco Vignarca (Coordinatore Campagne di Rete Pace Disarmo).
Una decisione positiva in tal senso da parte del Governo italiano non solo darebbe riscontro alle richieste della società civile italiana (in particolare quelle della mobilitazione “Italia ripensaci” promossa da Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo) per un protagonismo dell’Italia nei percorsi di disarmo nucleare, ma anche un allineamento alle sollecitazioni del Parlamento. Nello Luglio del 2023 infatti una Risoluzione approvata con votazione unanime presso la Commissione Esteri della Camera dei Deputati aveva impegnato il Governo ad agire verso l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari, in particolare valutando la possibile partecipazione dell’Italia come Paese osservatore alla Conferenza del Trattato TPNW di New York. Contestualmente era stato richiesto al Governo di valutare possibili azioni di avvicinamento ad alcuni dei contenuti del Trattato TPNW, in particolare per quanto riguarda la «Assistenza alle vittime e risanamento ambientale» (prevista dall’articolo 6) che è uno dei punti più importanti delle azioni concrete che si possono mettere in atto per costruire il disarmo nucleare, ed è da tempo una delle richieste principali avanzate dalla nostra mobilitazione per rendere concreto il contributo italiano al disarmo nucleare.
Ben 34 Stati hanno partecipato come “osservatori” alla prima Conferenza del TPNW svoltasi a Vienna nel giugno dello scorso anno, tra cui Australia, Belgio, Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, tutti Paesi in ottimi rapporti con l’Italia o suoi partner nell’Alleanza Atlantica, molti dei quali si stanno esprimendo favorevolmente a una prossima partecipazione. I lavori nella capitale austriaca hanno portato ad una Dichiarazione finale che ha condannato in modo inequivocabile qualsiasi minaccia nucleare, e con la definizione di un innovativo “Piano d’azione” sviluppato in 50 punti che delinea i passi concreti per impedire agli Stati dotati di armi nucleari di usarle e per progredire verso la loro eliminazione totale.
La Seconda Conferenza degli Stati Parti del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari TPNW
La Seconda Conferenza degli Stati Parti del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) è un’opportunità fondamentale per continuare a progredire verso un mondo libero da armi nucleari. Dalla prima riunione degli Stati Parti (svoltasi a Vienna nel giugno 2022) il TPNW ha dimostrato di essere un processo basato su prove, orientato all’azione, serio, energico e inclusivo per affrontare l’attuale contesto di rischi accresciuti e sfidare la deterrenza nucleare, la condivisione delle testate nucleari e una nuova corsa agli armamenti nucleari.
Lo scorso anno gli Stati parti del TPNW hanno adottato il “Piano d’azione di Vienna” con 50 azioni concrete e progressive per attuare il Trattato e lavorare per un mondo libero da armi nucleari. Sono stati creati tre gruppi di lavoro informali per portare avanti le azioni relative all’articolo 4 sulla verifica del disarmo nucleare, agli articoli 6 e 7 sull’assistenza alle vittime, la bonifica ambientale e la cooperazione internazionale e all’articolo 12 sull’universalizzazione. E’ stato inoltre istituito un gruppo consultivo scientifico, nonché punti focali o facilitatori per portare avanti le azioni sul genere e sulla complementarità del TPNW con altre norme internazionali. Inoltre, il Piano d’azione di Vienna impegna gli Stati a nominare punti focali o di contatto nazionali per il lavoro sugli articoli 4, 6 e 7 e sull’articolo 12.
Impatto umanitario e ambientale delle armi nucleari
Il TPNW si basa sul riconoscimento delle catastrofiche conseguenze umanitarie delle armi nucleari, motivo per cui la Seconda Conferenza degli Stati Parte dedicherà una discussione tematica a questo argomento. Nella Conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione del 2010 gli Stati avevano espresso la loro “profonda preoccupazione per le catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di armi nucleari”. Ciò ha dato impulso a dichiarazioni future e alle tre conferenze umanitarie sul tema. Nel marzo 2013, il governo norvegese ha ospitato una prima conferenza intergovernativa per esaminare l’impatto umanitario delle armi nucleari, riunendo diplomatici di 128 Stati. Nel febbraio 2014, il presidente della seconda conferenza sull’impatto umanitario delle armi nucleari, tenutasi in Messico, ha concluso che era giunto il momento di avviare un processo diplomatico per la messa al bando delle armi nucleari. Nel dicembre 2014, in qualità di ospite della Conferenza di Vienna sull’impatto umanitario delle armi nucleari, l’Austria ha emesso l’impegno umanitario che è stato firmato da 127 Paesi. Da allora, due successive conferenze sull’impatto umanitario hanno portato avanti la base umanitaria del Trattato: nel gennaio 2021 e nel giugno 2022. Per saperne di più sull’impatto umanitario e ambientale delle armi nucleari, cliccare qui.
Dibattito Generale
Il Dibattito Generale della seconda Riunione degli Stati Parte del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari si terrà da martedì 28 novembre a mercoledì 29 novembre. Questo scambio di opinioni offre a tutti gli Stati l’opportunità di esprimere la propria preoccupazione per la minaccia rappresentata dalle armi nucleari nel contesto attuale, per l’urgenza del disarmo nucleare e per l’inestimabile contributo del TPNW a questo obiettivo.
Gli Stati possono affrontare il ruolo dei divieti di cui all’articolo 1 del TPNW, tra cui la condivisione di armi nucleari, la minaccia di usare armi nucleari e i test nucleari. Gli Stati Parti hanno lavorato diligentemente per condannare qualsiasi minaccia di usare armi nucleari nel periodo successivo alla Prima Conferenza.
Dibattiti Tematici
Oltre al Dibattito Generale, la Seconda Riunione degli Stati Parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari consentirà di discutere i principi, gli articoli e i principali filoni di lavoro del TPNW, tra cui: l’impatto umanitario e ambientale delle armi nucleari; le dichiarazioni politiche (articolo 2); l’universalizzazione del Trattato (articolo 12); l’eliminazione delle armi nucleari (articolo 4); l’assistenza alle vittime, la bonifica ambientale e la cooperazione e l’assistenza internazionale (articoli 6 e 7); le misure nazionali di attuazione (articolo 5); e altre questioni rilevanti come la consulenza scientifica, la struttura intersessionale (cioè il lavoro tra una Conferenza delle parti e l’altra), la complementarità del Trattato con altre norme e l’attuazione delle disposizioni di genere.
Il Piano d’azione di Vienna, adottato durante la prima riunione degli Stati parti, ha impegnato tutti i Paesi a intraprendere azioni specifiche per far progredire l’attuazione in ciascuna di queste aree chiave. In ogni dibattito tematico, la campagna ICAN incoraggia gli Stati parti del TPNW, gli Stati firmatari e gli altri osservatori ad accogliere l’impegno costruttivo dei membri del Trattato a dare piena attuazione agli impegni assunti nella norma e nel Piano d’azione di Vienna, e condividere i progressi compiuti nell’attuazione delle disposizioni sia a livello nazionale che in coordinamento con altri Stati attraverso il TPNW.