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Oltre 50 esperti della finanza a sostegno della Ttf

Il prossimo 10 luglio, a margine del vertice dell’Eurogruppo, è atteso un incontro informale dei Ministri delle Finanze UE, tra cui quelli di Francia, Germania, Italia e Spagna, per discutere dei progressi negoziali sulla Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie (TTF).

In vista dell’appuntamento, 52 esperti di finanza hanno manifestato il proprio sostegno alla misura con una lettera aperta indirizzata ai 10 capi di Stato e di governo dei Paesi coinvolti nel negoziato sotto la procedura di cooperazione rafforzata: gli esperti descrivono la TTF come una misura capace di garantire maggiore stabilità e resilienza finanziaria e di generare considerevoli entrate fiscali per i governi.

Tra i firmatari figurano esponenti di primo piano del settore finanziario globale come Lord Adair Turner, ex Chairman della Financial Services Authority, la Consob britannica; Avinash Persaud,Presidente di Intelligence Capital Limited ed ex capo della divisione Currency and Commodity Research di JP Morgan; Dr William Barclay,ex Vicepresidente Senior della Borsa di Chicago; Luc Bomans, ex Vicepresidente esecutivo di JP Morgan ed ex AD della cassa di compensazione belga Euroclear Securities Clearing System; Andrew Sheng, ex Presidente della Securities and Futures Commission di Hong Kong; Rob Johnson, Presidente dell’Institute for New Economic Thinking ed ex Capo Economista del Banking Committee del Senato USA.

Tra le adesioni italiane spiccano le firme di Ugo Biggeri (Presidente di Banca Popolare Etica), Luca Mattiazzi (Direttore Generale diEtica Sgr), Andrea Baranes (Presidente di Fondazione Finanza Etica), Agostino Megale (Segretario Generale FISAC-CGIL), Giulio Romani (Segretario Generale FIRST-CISL) e Massimo Masi (Segretario Generale UILCA).

La coalizione italiana sulla TTF è rappresentata dalla Campagna ZeroZeroCinque che dal 2010 riunisce 60 organizzazioni tra ONG, sindacati e realtà del mondo associativo italiano, tra cui le Acli. Gli esperti sollecitano un piccolo prelievo sulle transazioni finanziarie come le compravendite di azioni e derivati. La tassa può così agire da serio deterrente contro le operazioni dicarattere meramente speculativo senza penalizzare le posizioni di chi investe con l’orizzonte di medio-lungo periodo. L’imposta è capace di riscuotere un gettito considerevole – si legge nella lettera. Risorse significative che potrebbero essere reinvestite in salute ed istruzione in Europa e per la lotta alla povertà e il contrasto ai cambiamenti climatici su scala globale.

Secondo recenti stime della Commissione Europea la TTF potrebbe generare 22 miliardi di euro all’anno per i 10 Paesi del negoziato. In Italia le entrate erariali, secondo le stime della Commissione e dell’istituto tedesco di ricerca economica (DIW), oscillerebbero tra i 3 e i 6 miliardi di euro all’anno. Il mancato accordo nel 2016 è risultato per i Paesi del negoziatoin 12,5 miliardi di euro di gettito perso dal 6 dicembre scorso.

Gli esperti sottolineano anche come gli effetti attesi della TTF sulla crescita sarebbero positivi e respingono l’argomento che la TTF renderebbe meno attrattive le piazze finanziarie europee per gli investitori intenzionati a lasciare la City dopo la Brexit.

Il tempo per la TTF europea è adesso! Dopo 4 anni di negoziati tecnici, il raggiungimento dell’accordo è oggi solo una questione di volontà politica dei leader europei. Un accordo atteso da oltre un milione di cittadini, firmatari, nel 2015, della Robin Hood Tax Petition promossa dalle organizzazioni della società civile e sindacali del vecchio continente.

‘C’è un’Europa dei notabili che pensa che tutto possa continuare come prima e continua ad essere sorda al dolore e alla protesta di tanti dei suoi cittadini che soffrono per le diseguaglianze.’- così commenta la fase negoziale il Prof. Leonardo Becchetti, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque  Questa Europa vorrebbe rallentare l’introduzione di una piccola tassa sulle transazioni finanziarie che gli stessi padri fondatori vedevano come pilastro di una politica fiscale europea comune e strumento finanziario d’intervento per le grandi questioni globali come povertà e ambiente’.

 In sostanza, la campagna chiede al Premier Gentiloni di:

o   esprimersi pubblicamente a sostegno del disegno della TTF europea che sta emergendo dal negoziato in corso, auspicando il raggiungimento dell’accordo entro l’estate 2017

o   assumere l’impegno pubblico a destinare il gettito dell’imposta a misure di lotta alla povertà in Italia, a programmi di cooperazione internazionale allo sviluppo e a interventi di contrasto al cambiamento climatico.

 

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