Desolante leggere le pagine dei giornali di oggi sulla vicenda Ilva: un tema complesso, che riguarda migliaia di lavoratori e tutti gli abitanti di Taranto, una città che da anni porta il fardello di vedere danneggiata la salute di migliaia di vite umane e che quotidianamente espone i lavoratori a condizioni di lavoro insalubri. Apprendiamo con sgomento che il Sindaco di Taranto non partecipa all’incontro convocato dal Ministro Di Maio perché il tavolo è troppo largo e che il Ministero contratta miglioramenti ambientali come al mercato.
Non si potevano mettere a confronto i migliori standard ambientali e imporli come requisiti essenziali per la partecipazione alla gara? O anche le verità scientifiche sugli standard ambientali sono diventate sindacabili, dopo che è stato necessario l’intervento della Procura della Repubblica di Taranto, a cui va il nostro ringraziamento, per scoperchiare ciò che tutte le altre Istituzioni facevano finta di non vedere?
Se la decarbonizzazione si può fare e si può produrre l’acciaio con il gas, vi è l’obbligo di percorrere questa o tutte quelle migliorie “ambientali” in grado di salvare posti di lavoro e, contemporaneamente, di garantire la salute dei lavoratori e dei cittadini di Taranto. E il governo deve avere il coraggio di decidere. Dopo essere morti di fabbrica, bisogna anche morire di inerzia, di tatticismi e di verità scientifiche mancate?