La tradizionale divisione tra Nord e Sud Italia non basta più a rappresentare la situazione sociale ed economica del Paese. Servono nuove categorie: la ricerca presentata il 6 aprile dal Caf Acli durante il convegno “Votare con il 730” ne evidenzia addirittura 5.
“La lunga recessione – scrive il giornalista di Avvenire Nicola Pini nel pezzo di apertura ‘Il dati Caf-Acli. Le «cinque Italie» così diverse che ci lascia in eredità la crisi’ – ha spezzato ancor più lo Stivale. Ma il dualismo economico Nord-Sud che da un secolo e mezzo disunisce ciò che l’Italia ha unito non basta più a descrivere quale Paese siamo oggi.
L’effetto combinato tra la crisi (specialmente dell’industria) e la spinta alla modernizzazione ha prodotto nuove fratture che percorrono trasversalmente le dorsali italiane. Oggi il Paese può essere suddiviso in cinque aree diverse. La nuova mappa delle diseguaglianze emerge da una ricerca delle Acli, condotta rielaborando i dati delle dichiarazione dei redditi presentate ai Caf e quelli delle banche dati ufficiali.
Sono le «Cinque Italie» che ci lascia in eredità la crisi, aree non sempre contigue ma omogenee al loro interno per il reddito pro-capite, gli indicatori economici e del disagio sociale. Con un paradosso: le zone che hanno meglio reagito alla recessione sono anche quelle dove sono più aumentate le disparità interne. Solo nel 20% dei casi la forbice sociale si è ridotta, e si tratta dei territori più arretrati”.
Qualche idea su come risolvere il divario potrebbe arrivare dai cittadini se venisse approvata la proposta delle Acli “Voto con il 730” che Roberto Rossini ha annunciato durante il convegno. Nelle dichiarazioni dei redditi, riporta il Corriere della Sera, bisognerebbe aggiungere “un quadro nel quale il contribuente posa indicare i settori di spesa cui vorrebbe fossero prioritariamente indirizzate le entrate fiscali” in modo da dare indicazioni chiare ai politici.