È tempo di metterci tutti in cammino, come hanno fatto i giovani delle diocesi italiane giunti a Roma per mille strade con un unico obbiettivo: chiedere di essere i protagonisti del futuro. L’importante è non demoralizzarsi, fermandoci a quelli che sono i problemi della quotidianità, ma trovare sempre nuova linfa per andare avanti. Papa Francesco, come farebbe nostro padre, ha ascoltato i dubbi e le incertezze di una generazione che sembra già rassegnata, e l’ha spronata a testimoniare la fede nel mondo e a credere nei propri sogni, perché i sogni sono un dono di Dio e sono capaci di trasformare il mondo. Crediamo sia un messaggio rivolto non solo ai giovani, giunti a Roma per questo appuntamento che prepara il grande Sinodo di ottobre dedicato a loro, ma anche agli “adulti”, a coloro che in qualche modo devono fare spazio indicando la strada giusta, trovando il modo di essere guide sicure affinché due generazioni tornino a dialogare.
Raccogliamo, come Giovani delle Acli, la sfida che Papa Francesco ha lanciato e la portiamo all’Incontro nazionale di studi, il tradizionale appuntamento formativo che le Acli organizzano quest’anno a Trieste dal 13 al 15 settembre, dove il tema centrale è quello di animare le città ricucendo proprio due fratture, quella territoriale e quella generazionale.
L’azione sociale che dobbiamo portare avanti unita all’impegno nel mondo del lavoro devono essere i primi pilastri di una società più giusta, costruita sui sogni di cui ci parla Papa Francesco, sogni fecondi perché pensano a tutti e solo così sono capaci di seminare fraternità e pace.