Anche in Svizzera celebriamo oggi la festa del 25 aprile. Nonostante il passare degli anni – siamo alla 76° ricorrenza – l’eredità morale della Resistenza e della lotta della liberazione dell’Italia dalle forze nazifasciste, custodita nella Costituzione della Repubblica italiana, animerà ancora una volta le manifestazioni organizzate nelle principali città svizzere, soprattutto laddove risiedono grandi comunità italiane. E non solo: a Zurigo, che vanta una lunga tradizione antifascista degli immigrati italiani, la celebrazione organizzata dal Comitato XXV aprile è stata spesso allietata dalle canzoni della resistenza interpretate da due corali svizzere, “Kultur und Volk” e “Tiger Sprung”, con tanto di fan al seguito.
Per il secondo anno consecutivo sulle celebrazioni del 25 aprile pesano le restrizioni imposte dall’incubo Covid-19; malgrado tutto, l’ANPI Svizzera e quelle cittadine, i Comitati e le Associazioni, in collaborazione con gli organismi di rappresentanza, non si sono scoraggiati e hanno mostrato una creatività tutta italica che non sorprende, organizzando eventi nel rispetto delle norme anti pandemia e naturalmente con un forte ricorso alle tecnologie e ai social media.
A Basilea il GIR (Giovani in Rete) e il locale Comites hanno promosso una “staffetta” in bicicletta per le vie del centro di Basilea con tanto di canti partigiani e approdo finale al parco di Kaserne, dove continuerà la festa in una cornice di una “giornata di Liberazione” nel segno dei valori dell’antifascismo e della libertà.
L’ANPI d Ginevra ha optato per una forma più classica, proponendo un incontro con Giorgio Zanchini (conduttore radiofonico di Radio Anch’io su Radio Uno e di Quante Storie su Rai Tre) per parlare di libertà di pensiero, di stampa e di opinione, dei diritti negati, dell’impegno antifascista.
Il Comitato XXV aprile di Zurigo, assieme al Partito Socialista della città sulla Limmat, ha realizzato un video con un messaggio del presidente Salvatore Di Concilio, trasmesso in tre lingue per ricordare la Festa della Liberazione, rimandando l’appuntamento con canoni più tradizionali al prossimo 25 settembre, nella speranza che allora sia possibile la partecipazione in presenza.
Tre grandi città svizzere e tre diverse proposte di commemorazione, ma sono tante altre le celebrazioni che meriterebbero di essere menzionate. Eppure non mancheranno anche quest’anno le esternazioni di odio, soprattutto sui social media, e le affermazioni antistoriche. La vittoria dei Democratici negli USA ha messo un freno alle fortissime sovrastrutture di pensiero sul “suprematismo della razza bianca che deve restare incontaminata”, che negli ultimi anni ha fatto proseliti in numerose nazioni.
La storia non si ripete, ma se accade la prima volta è una tragedia, la seconda è una commedia: il pericolo non è tanto di un ritorno nazifascista, bensì di una svolta antidemocratica e autoritaria, come ha tentato di fare Donald Trump e come sta accadendo in alcuni ambienti politici europei. Rilanciare i valori della Resistenza è dunque un impegno alto, in Italia e ovunque risiedano comunità italiane di emigrati che hanno lottato contro le discriminazioni, per la democrazia e per la umana dignità delle persone.
Franco Narducci