1740 domande ricevute. Un grande successo e una grande responsabilità per la nostra associazione che ospiterà, nelle proprie sedi e in quelle degli altri enti accreditati, quasi 680 ragazzi.
I numeri di quest’anno (il 20esimo del SCU) ci fanno riflettere: in un momento così particolare abbiamo assistito ad una importante impennata di domande per i nostri progetti di SCU. Probabilmente sono due le motivazioni che hanno dato questo forte impulso: la prima è una fase economica complicata che ha spinto molti ragazzi a questa esperienza in un contesto incerto. In molte aree del Paese il SCU è una delle poche opportunità di relazione ed il rimborso che percepiscono i ragazzi ha un rilievo non trascurabile in questa scelta. La seconda motivazione è la ricerca di una esperienza di relazione e, anche nella pandemia, gli enti hanno in gran parte proseguito nelle attività di sostegno alla comunità nelle forme che le misure di sicurezza anti COVID permettono. E’ un bel segnale per il Paese che vede una leva generosa e positiva che dimostra ancora una volta che il pregiudizio di una generazione disimpegnata è infondata.
Lo dimostra anche il dato delle domande per i nostri progetti di cooperazione internazionale: 98 domande per 22 posti, un rapporto altissimo rispetto agli ultimi anni per un anno di SCU in Angola, Mozambico, Uganda, Sierra Leone, Albania, Kenya, Senegal e Bosnia.
Questo è un dato significativo rispetto ad una sensibilità che tra i giovani sta crescendo. Le dinamiche di solidarietà internazionale che potevano rimanere sullo sfondo in questo anno di pandemia sono, al contrario, sono ben presenti e danno l’opportunità di impegnarsi in modo totale su questi temi.
Altro dato da sottolineare: in un anno in cui il lavoro femminile è stato il più penalizzato (il 70% dei contratti a tempo determinato non rinnovato), le ragazze rappresentano il 61% delle domande presentate per i nostri progetti di SCU. Sicuramente emerge la sensibilità nei confronti della socialità ma è impossibile non pensare che le ragazze trovano nel SCU una possibilità che la società oggi offre in modo diseguale per chi è donna, quello di potersi affermare ed autorealizzarsi.
Il SCU, ancora una volta, dimostra che l’investimento nel terzo settore è determinante nello sviluppo del nostro Paese perché moltiplica l’impegno tra chi ne sarà beneficiario e chi sarà chiamato sostenere i ragazzi in questo anno. Un impegno che ancora una volta chiediamo che sia il più possibile indirizzato sui ragazzi, sulla qualità della loro esperienza e molto meno sulle questioni organizzative e burocratiche che rischiano di restringere le disponibilità delle associazioni nei confronti dell’investimento più importante nelle nuove generazioni da parte del nostro Paese.
Infine, un ringraziamento ai nostri operatori locali di progetto e ai selezionatori che, nel rispetto delle norme anti COVID, stanno ascoltando le storie di tutti i ragazzi che hanno scelto le ACLI per attivarsi nella propria comunità. Una fatica grande e gratuita che è ripagata dalla soddisfazione di poter dare a questi ragazzi l’opportunità di crescere insieme a noi.