Le notizie che giungono da Israele e dalla Palestina sono estremamente preoccupanti e costituiscono un ulteriore elemento di tensione in un quadro internazionale già resto instabile dai numerosi conflitti in atto, a partire da quello fra Russia ed Ucraina.
La decisione a dir poco improvvida della polizia israeliana di irrompere nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme per cacciare dei presunti “agitatori”, arrestando circa 350 persone, fa riscontro all’intenso bombardamento missilistico da Gaza sul territorio israeliano, mentre Hamas minaccia ritorsioni per la profanazione del luogo sacro.
Mentre iniziano le celebrazioni della Pasqua cristiana (il 9 aprile per cattolici e protestanti, il 16 per gli ortodossi) e del Pesach ebraico (dal 6 al 13 aprile) e mentre ancora gli islamici vivono il Ramadan, si susseguono atti di inutile e gratuita violenza, mentre la società israeliana è lacerata dalla politica provocatoria e dalle pericolose iniziative istituzionali del Governo Netanyahu. I luoghi di culto devono rimanere fuori dalle contese belliche e la libertà di professare il proprio credo deve poter essere sempre garantita.
Mai come ora si sente il bisogno di una tregua, di un armistizio che faccia da prologo ad autentici e seri negoziati di pace che pongano fine ad un endemico stato di guerra che costituisce un perenne elemento di tensione in Medio Oriente e a livello internazionale.
Nell’imminenza dei giorni che commemorano la passione, la morte e la risurrezione di Gesù noi ci uniamo in preghiera a tutte le persone di fede e di buona volontà perché la via della pace e della reciproca comprensione possa finalmente venire imboccata.
Nell’imminenza dei giorni che commemorano la passione, la morte e la risurrezione di Gesù noi ci uniamo in preghiera a tutte le persone di fede e di buona volontà perché la via della pace e della reciproca comprensione possa finalmente venire imboccata.