“Il dato Istat, diffuso in queste giorni, secondo cui più di una famiglia su 5 in Italia non affonda nei debiti solo grazie all’intervento economico del nonno è preoccupante e allarmante, ma non è assolutamente nuovo. I dati Istat emersi dal report ‘Condizioni di vita dei pensionati’, relativi agli anni 2016-2017 denunciano un sistema di welfare atipico, che deve interrogare lo Stato sul reale stato di benessere della nostra popolazione, oltre a ragionare su quali elementi correttivi apportare a un sistema così squilibrato e sostenuto da chi è fuori dal mondo produttivo e in qualche modo è costretto a fare da ammortizzatore sociale” – commentano Serafino Zilio, Segretario Nazionale della Federazione Anziani e Pensionati ACLI, unitamente a Gianluca Budano, Consigliere Presidenza Nazionale ACLI con delega alle Politiche della Famiglia, della Salute e della Non Autosufficienza, che aggiungono – “i dati manifestano un’altra allarmante verità nascosta fondata sulla circostanza triste ma vera, che i fondi destinati a una vita serena nella terza età, vengono distolti per la cura dei propri cari più giovani, con l’aggravante, come affermiamo da tempo per le pensioni di accompagnamento, che anzichè essere destinate alle cura dei soggetti non autosufficienti, cambiano finalità e si allontano dal reale bisogno per le quali vengono finanziate dalla fiscalità generale. Urge in tal senso, per ridare equilibrio, equità e appropriatezza al nostro sistema di welfare, andare verso una riforma degli istituti monetari assistenziali, proiettandoli sempre più verso la demonetizzazione dei servizi e nella direzione del budget di cura, per garantire a chi sta male di avere, realmente, il giusto ristoro delle Stato e allo Stato, far emergere il problema reale dei parenti giovani. Insomma, interventi mirati e finalizzati ai bisogni, senza mischiare strumenti e bisogni diversi” – concludono Zilio e Budano.