“Basta con i soldi di papà. Esiste anche l’orgoglio. E non possiamo volere una scuola che promuove il 99% dei giovani, in quanto un’istituzione di questo tipo è tecnicamente fallita. Bisogna ricominciare a vedere i 4 in pagella, perché con le lacrime si cresce. E per questo servono insegnanti che sorridono, non con l’unico obiettivo di andare in pensione. Autonomia, creatività e autostima dovrebbero essere valutate al pari delle materie tradizionali. Gli insegnanti, poi, vanno rispettati, nel loro ruolo e nelle loro valutazioni, non aspettati fuori da scuola”. Queste le parole dello psichiatra e sociologo italiano intervenuto all’Istituto Canova di Vicenza sul tema “Il coraggio di educare” in un incontro con i genitori organizzato dalle Acli Vicenza.
Una serata che rientra nell’ambito della programmazione associativa organizzata in collaborazione con il Punto Famiglia, il Coordinamento dei Circoli Acli della città di Vicenza, la Fap Acli e l’US Acli provinciali, con il patrocinio dal Comune di Vicenza.
“Coraggio ed educazione sono due termini di cui dobbiamo riappropriarci. I figli non crescono come l’insalata. Così non è stato. Ed i risultati sono evidenti e pessimi. Se non lavoreremo sull’educazione – spiega lo psichiatra padovano Paolo Crepet – ci sarà una pericolosa involuzione, che inciderà sul futuro della nostra comunità. Ed il futuro non sono i nostri figli, ma i nostri nipoti. A loro dobbiamo cercare di dare qualche privilegio”.
Critiche anche per i “giovani dello spritz”, ma soprattutto rivolte ai genitori: “siamo noi che sbagliamo. Dobbiamo far mancare qualcosa ai figli, per far maturare in loro il desiderio di andare in cerca di questo. Coraggio e passione hanno un effetto terapeutico, perché facendo le cose con passione non si avverte più la fatica”.
La decrescita felice? Non è altro che una pura illusione.
E la politica? “Dovrebbe occuparsi effettivamente delle sorti del nostro Paese e degli italiani – chiosa Crepet – a prescindere da chi sarà al governo”.
Secondo Crepet, la formazione sarà al centro del futuro. “Studiare è un lavoro, quindi bisogna farlo con dedizione e profitto. I genitori non sono sponsor e neppure bancomat. Tra i giovani di oggi – aggiunge lo psichiatra – sono sempre di più coloro che hanno solo pretese e non fanno nulla. Noi genitori dobbiamo cominciare a non dare più tutto. Solo così possiamo sperare che nasca in loro il desiderio, che è il motore della vita, produce le passioni, quindi un progetto di vita. Il coraggio di educare non è dare, dare e dare, ma togliere. Non dobbiamo avere come obiettivo un figlio fotocopia. L’isolamento perché manca qualcosa è pura fantasia. Se mancano delle cose i figli maturano altre sensibilità ed il loro talento viene fuori”.
Gli esempi concreti non mancano: dalla sveglia al mattino allo zainetto preparato al posto dei ragazzi. L’ultimo consiglio: “l’educazione non è democratica. I figli non contano quanto i genitori – conclude Crepet – che devono svolgere il proprio ruolo di capitano, non sottomettersi pensando di farli felici”.