Il gesuita padre Francesco Occhetta, scrittore di Civiltà Cattolica, sottolinea il ruolo delle Acli come soggetto radicato nel territorio capace di operare una mediazione nello spazio pubblico per smorzare tensioni, spesso ideologiche, tra le parti della società, e capace di sensibilizzare le persone comuni nei processi di cambiamento delle istituzioni democratiche e del mondo della produzione.
È importante, per un soggetto della società civile, riscoprire il compito di accompagnamento. Negli Orientamenti congressuali abbiamo ribadito la necessità di una ricerca di senso: «In questo cambiamento d’epoca che ci spiazza e ci spaventa, c’è anche del buono: resta ancora forte in tutte le donne e gli uomini il desiderio di ricercare un senso. Di fronte ai limiti naturali, come la malattia e la morte, manca un significato condiviso e allora molti li rimuovono dalle proprie coscienze, perché da soli non se ne sopporta il peso. Questo inquina la ricerca di un senso riconoscibile come vero, che sappia rapportarsi coi limiti e le minacce alle nostre vite per rendere realizzabili con gli altri i nostri desideri di vita buona. Perché è nella relazione con gli altri che riusciamo a sostenerci a vicenda nelle difficoltà della vita. Nonostante la cappa del narcisismo e dell’individualismo, lì sotto, c’è dunque una ricerca di senso, un desiderio di bene» (cfr. p. 6).
Sulla fedeltà alla Chiesa delle Acli padre Francesco Occhetta suggerisce di porsi una domanda: “la nostra dimensione spirituale associativa, non solo personale, è viva e visibile?”. Se vogliamo imprimere forza e credibilità alle azioni e alla presenza nello spazio pubblico abbiamo bisogno di comunicare non solo in modo chiaro, ma in modo vero. Questo richiede una dimensione spirituale associativa.
Il gesuita indica tre temi sui quali interrogarsi dopo il Convegno ecclesiale di Firenze:
esercitare l’arte della mediazione per avere la capacità di smorzare le tensioni tra le parti della società coinvolte in processi molto complessi;
promuovere una seria laicità che sperimenta la presenza da credenti nello spazio pubblico, tenendo presente che ci si incontra tra persone, non tra idee o tra gruppi;
curare l’attenzione alle garanzie costituzionali, in un tempo di riforme che tocca le istituzioni democratiche serve osservare il processo in atto e serve sensibilizzare “la base”, per coinvolgerla e non lasciarla ai margini delle decisioni.
Nella Chiesa di Papa Francesco, secondo padre Occhetta, sono le questioni sociali a richiedere l’attenzione maggiore delle Acli: a partire dalla giustizia sociale, il religioso suggerisce di gettare le basi per costruire una giustizia riparativa che tenga presente le persone penalizzate da un reato e non solo il reo, poi di mettersi in ricerca della nuova forma di società che sarà sicuramente plurale, e infine stimola a pensare come si stanno configurando i nuovi spazi del lavoro per i giovani.
L’invito è di vedere la video intervista e utilizzarla nei modi più opportuni nelle diverse sedi e livelli per il dibattito congressuale.
#AcliNientePaura