Notre Dame mi ha accolto la sera del mio arrivo a Parigi, illuminata, in una sera di fine estate di tanti anni fa. Venivo per la prima volta e per stare, non da turista. L’ho trovata piccola, quasi sproporzionata rispetto al simbolo che è da secoli per tutti. Oggi la vediamo anche fragile, ferita, nella settimana che ricorda a noi cristiani l’assurdità della morte e della sofferenza. Difficile, certi giorni, credere anche alla Resurrezione, con gli occhi pieni delle fiamme, in una città già martoriata da mesi e mesi di scontri, confrontati ad un’enormità che pensavamo non potesse accadere mai. Il viso impietrito e composto di Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, resterà a lungo nella mia memoria. Come le prime parole di mio marito questa mattina “la struttura è salva, poteva andare molto peggio”. Il segno di questi tempi è proprio riuscire a discernere quel briciolo di speranza possibile, aggrapparcisi con convinzione, e sapere che ci sarà, non domani, ma ci sarà, la Rinascita.
Maria Chiara Prodi – Presidente Acli Francia