Abbiamo incontrato il sociologo Giuseppe De Rita, presidente del Censis. Ci siamo confrontati con lui su alcuni temi proposti dagli Orientamenti congressuali.
Lavoro e promozione sociale sono i fuochi sui quali si concentra l’attenzione: ascoltare il “resto”, comprendere un nuovo ruolo della società civile, accompagnare i percorsi individuali dei lavoratori.
Per rinnovare il ruolo di ponte tra cittadini e istituzioni, secondo De Rita, le Acli hanno bisogno di rispondere alle esigenze di una nuova cultura collettiva. Il sociologo ci suggerisce di essere attenti al “resto”, composto di quegli interessi diffusi e personali che toccano l’intimo delle persone, il nucleo essenziale del loro stile di vita.
Il valore del lavoro non è scomparso, né diminuito è cambiato. Nel lavoro abbiamo vissuto uno slittamento dalle realtà collettive a una realtà individuale, afferma De Rita. Il lavoro è centrale per le persone, però non da più un senso di coesione. Il problema è “seguire le capacità dei singoli di fare lavoro e sostenerle”.
La riflessione di De Rita può arricchire il dibattito sugli Orientamenti almeno in due punti:
quando a pagina 9 si legge che serve un impegno delle Acli per «rimanere sintonizzate su un doppio canale: da una parte, l’ascolto dei bisogni, la condivisione delle scelte e la promozione di proposte che diano voce ai cittadini; dall’altra, l’intermediazione per la tutela dei diritti con le istituzioni, nel mercato del lavoro e nella Pubblica Amministrazione»,
quando a pagina 13 si richiama a cercare i modi per accrescere la dignità della persona nel lavoro, perché «dobbiamo far sì che, attraverso il lavoro – il lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale – l’essere umano esprima ed accresca la dignità della propria vita».
L’invito è di vedere la video intervista e utilizzarla nei modi più opportuni nelle diverse sedi e livelli per il dibattito congressuale.