L’Italia è il paese fanalino di coda, tra i paesi industrializzati, per la mobilità sociale: cento anni è il tempo stimato dall’OCSE affinché i figli nati da famiglie italiane a basso reddito possano raggiungere il reddito medio nazionale.L’ascensore sociale è bloccato e questa frenata si è accentuata nell’ultimo decennio soprattutto all’interno del ceto medio, il più colpito dalla crisi economica. Durante il prossimo Incontro nazionale di Studi, che si svolgerà a Bologna dal 12 al 14 settembre, oltre alla presentazione di una ricerca IREF dedicata alla mobilità sociale, l’ENAIP presenterà alcune proposte concrete in materia di formazione professionale, un investimento sempre più necessario per aumentare i livelli di competenze e quindi di occupazione e, probabilmente, uno degli antidoti per sbloccare il Paese. Il valore della formazione professionale è duplice : da un lato per la sua funzione sociale, che negli ultimi 15 anni ha consentito l’accrescimento del talento di tanti ragazzi che diversamente sarebbero rimasti ai margini della società, ponendosi come canale di sviluppo della mobilità sociale. Dall’altro, per la sua funzione economica: nel 2018, il 31% (Excelsior, Bollettino annuale nazionale, 2018) delle offerte di lavoro delle imprese era rivolto a coloro in possesso di una qualifica professionale di IeFP, a dimostrazione di come il valore del titolo conseguito in tali percorsi sia allineato alle esigenze del mercato.