I circoli Acli vogliono continuare a esserci e a svolgere il loro ruolo fondamentale all’interno di tante comunità da nord a sud dell’Italia. Ecco perché, da oggi 5 febbraio fino a domenica 7 febbraio, la rete delle Acli ha organizzato una tre giorni di sensibilizzazione per chiedere che non ci siano discriminazioni tra profit e non profit, perché il Parlamento e il Governo tengano conto del valore sociale che i circoli svolgono in tanti territori difficili. “Oggi vogliamo chiedere con forza che siano fatti tutti gli sforzi possibili per consentire ai circoli delle associazioni di terzo settore di rimanere aperti” ha dichiarato il Presidente nazionale Roberto Rossini durante la diretta Facebook congiunta con la Presidente di Arci nazionale, Francesca Chiavacci. “Proprio ieri è stato dichiarato inammissibile un emendamento fondamentale per la sopravvivenza di migliaia di esperienze associative – ha detto Rossini, in diretta da un circolo Acli di Cremona – c’è ancora però tempo e chiediamo al Parlamento di intervenire al più presto per raccogliere le istanze dell’associazionismo di promozione sociale e trovare una soluzione normativa che vada in questa direzione”.
“Non chiediamo sconti o deroghe alle norme sulla sicurezza per la salute. Chiediamo di non essere discriminati: dove sono aperte analoghe attività profit, lo siano anche quelle come le somministrazioni, che sono sottoposte alle stesse norme sanitarie. – ha aggiunto Stefano Tassinari, Vicepresidente Acli con delega al Terzo Settore – “È indispensabile per essere ancora vivi quando si potrà rifare le nostre attività sociali e per sostenere il nostro ruolo sociale nelle comunità. Le misure di limitazione per contenere il contagio sono efficaci solo se non fanno né eccezioni né esclusioni. Tanto più se a danno di chi nei territori da sempre si occupa di non lasciare le persone e le famiglie sole e non tutelate nei propri diritti. Per questo si è presentato come Forum del Terzo settore un nuovo emendamento per il DL 2 in conversione al Senato e chiesto un incremento di 300 milioni per il fondo per il Terzo settore nel Decreto Ristori 5 bloccato dalla crisi di governo”