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Migranti, parte la terza missione del Tavolo Asilo e Immigrazione. Acli: i viaggi decisi del Governo sono un gioco dell’oca disumano

In occasione del terzo trasferimento operato dal governo, il Tavolo Asilo e Immigrazione sarà nuovamente in Albania per monitorare le procedure e le condizioni di accoglienza delle 49 persone migranti in arrivo a bordo della nave Cassiopea della Marina Militare.
Quella in Albania è la terza missione della principale rete della società civile impegnata nella promozione e difesa dei diritti delle persone migranti, di cui fanno parte anche le ACLI, realizzata in collaborazione con il Gruppo di Contatto Parlamentare sull’immigrazione.
“L’esternalizzazione delle frontiere non può essere la soluzione visto che gli sbarchi di migranti nel nostro paese già stanno superando i numeri del 2024 – ha dichiarato il Presidente nazionale delle Acli,  Emiliano Manfredonia – Questi viaggi forzati forse serviranno per realizzare qualche scatto fotografico ad effetto come quelli che ci arrivano dagli USA, sulla pelle però di persone che, dopo aver rischiato la vita, vengono costrette a fare altre ore di navigazione con un carico di stress altissimo a cui si aggiunge uno spreco di risorse enorme.”
“Stiamo assistendo ad un gioco dell’oca disumano, – ha aggiunto Gianluca Mastrovito . delegato per le Acli nazionali all’Immigrazione e all’Accoglienza – messo in piedi per cercare facili consensi agitando lo spauracchio dello straniero. I costi in termini umani e anche economici, sono enormi: si prendono immigrati da Lampedusa o intercettati in mare,  si portano in Albania, in una base ristrutturata a spese nostre, con un fondo di garanzia per gli acquisti e le spese correnti, si porta personale amministrativo e di polizia dall’Italia, con le indennità e i sovraccosti relativi, si esaminano le pratiche (che secondo le prime stime potrebbero essere di diverse migliaia), poi i richiedenti asilo riconosciuti vanno imbarcati nuovamente e riportati in Italia. Quelli non riconosciuti, con tutta probabilità, riproveranno ad affrontare il viaggio della speranza, per via mare o via terra lungo la rotta balcanica.”
Nel corso dei due precedenti trasferimenti, operati a ottobre e novembre scorsi, il TAI aveva già denunciato le numerose violazioni del diritto internazionale e di quello nazionale, nonché dei diritti fondamentali delle persone che il Governo italiano trasferisce forzosamente dal Mediterraneo centrale fino all’Albania: le organizzazioni del TAI hanno deciso oggi di tornare nei centri di Shëngjin e Gjadër  per monitorare il rispetto delle procedure e verificare le condizioni materiali di trattenimento.

Il Governo sta nuovamente sperimentando il modello albanese con fini puramente propagandistici da un lato, e innalzando lo scontro con la magistratura dall’altro, senza attendere la pronuncia della Corte di Giustizia europea per proseguire le operazioni.

Le organizzazioni del TAI denunciano inoltre l’assenza dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni a bordo della nave della Marina Militare, nonostante l’ente ONU sia stato designato dal nostro Governo come la realtà preposta ad effettuare le procedure di screening. È fondamentale capire come e da chi sia stata realizzata la valutazione delle vulnerabilità delle persone che vengono trasferite, elemento intorno a cui sono emerse gravi criticità già nei primi due trasferimenti effettuati a fine 2024. Inoltre è necessario garantire la tutela giuridica delle persone trasferite, che non è stata prontamente assicurata nei precedenti arrivi in Albania. Chiediamo al Governo chiarimenti su come le persone possano parlare con un avvocato di loro fiducia, sia in fase di preparazione che di audizione con la Commissione e poi anche in fase di eventuale convalida del trattenimento.

Il trasferimento coatto verso l’Albania rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia. Questo approccio non solo mette a rischio la tutela giuridica e la dignità di chi è costretto a subire queste scelte, ma rappresenta anche un pericoloso precedente. Per questo, come nei due precedenti casi, metteremo in campo ogni sforzo necessario per opporci a questa prova di forza ingiustificata e inaccettabile, per fare in modo che non vengano più trasferite persone in Albania e che i centri di trattenimento vengano definitivamente chiusi.

Per il Tavolo Asilo e Immigrazione: 
A Buon Diritto, ACLI, ActionAid Italia, Amnesty International Italia, ARCI, ASCS, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CGIL, CIES, CIR, Commissione Migrantes e GPIC Missionari Comboniani provincia italiana, CNCA, CoNNGI, Europasilo, Fondazione Migrantes, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Intersos, IRC Italia, Italiani Senza Cittadinanza, Medici del Mondo, Oxfam Italia, ReCoSol, RED Nova, Refugees Welcome Italia, Senza Confine, SIMM, UIL, UNIRE.
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