Ancora una strage. Ancora nel mediterraneo 117 persone, tra le quali 2 bambini di pochi mesi, che si aggiungono agli oltre 2000 immigrati che nel 2018 hanno perso la vita tra la Libia, Malta e l’Italia.
Abbandonati al largo di Tripoli nel “mare di nessuno” in cui non arrivano né le motovedette libiche ( per le quali l’Ue ha investito 338 milioni di euro) , né i soccorsi delle navi delle Ong sequestrate nei porti perché accusate di scafismo. Tutto questo mentre una tragica contabilità di morte aggiorna le sue vittime tra l’indifferenza generale dell’Europa che, con buona probabilità, si prepara a riavviare il gioco del porto in cui far attraccare la Sea Watch dopo che ieri ha recuperato altri 47 migranti nei pressi di Lampadusa.
Ci chiediamo per quanto tempo ancora nel Mediterraneo si combatterà una guerra contro i disperati e quando i governi e i Paesi Europei si convinceranno ad aprire vie legali d’accesso alle procedure di asilo e ai corridoi umanitari.
Quando l’Europa e l’Italia, con la responsabilità all’altezza della loro storia, fermeranno questa ecatombe dell’indifferenza?