“La tragedia mineraria nel Bois du Cazier a Marcinelle, dove morirono 262 minatori (136 italiani), rappresenta un crinale della storia. I migranti in cerca di speranza che scappano da un paese lacerato dalla miseria è un’immagine tristemente familiare che, però, è parte della storia italiana. 63 anni fa, come oggi, erano migliaia le persone costrette alla mobilità, per le quali l’unica possibilità era ricominciare in un altro paese. Dal 2008, in poco più di 10 anni, sono passati da 3 a più di 5 milioni gli italiani che risiedono all’estero senza contare coloro che non compaiono negli elenchi AIRE. Sono le storie che ci fanno leggere la realtà in modo quasi rovesciato dove le miniere di allora sono le cucine dei ristoranti di oggi che danno lavoro a tanti migranti italiani sparsi nel mondo. Grazie a tutti coloro che hanno dedicato la vita ai diritti dei lavoratori italiani all’estero oggi Marcinelle sembra lontano, quasi un racconto fuori dal tempo.M il tema che rilancia è più attuale che mai perché l’attenzione su chi sceglie di andarsene dal nostro Paese è molto scarsa, rispetto alla psicosi collettiva legata a chi arriva per le stesse ragioni per le quali siamo ancora oggi il paese più rappresentato all’estero. Alle istituzioni, quindi, chiediamo meno retorica e più concretezza nel rendere la mobilità un diritto e non una condizione di necessità.”
Matteo Bracciali – responsabile esteri Acli Nazionali