Portare il deficit al 2,4%, ben oltre la quota stabilita dall’Europa, ci sembra un azzardo, soprattutto per un Paese debole come il nostro, visto che la cifra derivante dal disavanzo, da quello che si legge nei documenti a nostra disposizione, andrebbe a coprire solo nuova spesa corrente, senza una vera ricetta per rilanciare la nostra economia e le nostre imprese. La pace fiscale poi sembra essere un altro condono, un messaggio chiaro che fa capire al contribuente italiano che l’evasore anche oggi è tollerato.
Aspettiamo poi nel dettaglio i numeri e i beneficiari di misure come il Reddito di cittadinanza sperando che rafforzi e rimanga rigorosamente sulle stesse linee del Reddito di inclusione per quanto concerne la lotta alla povertà assoluta perché un contributo a pioggia sarebbe controproducente.
Più in generale, a fronte di un deficit così alto e rischioso, ci saremmo aspettati una politica più espansiva, fatta di investimenti e interventi a sostegno del mondo del lavoro per creare vera occupazione.