venerdì, Luglio 5, 2024
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    1945-1955 Verso un domani migliore

    Breve storia delle ACLI 1945-1955

    Dopo la liberazione di Roma e in previsione di una rapida conclusione della guerra, gli esponenti delle principali correnti sindacali – comunista, socialista e cattolica – stipulano un patto di unità sindacale: il Patto di Roma (12 giugno 1944), che dà vita alla CGIL unitaria. Qui nasce l’idea delle future Acli e tra giugno e luglio ‘44 in tre incontri comincia a delinearsi il progetto costitutivo, con la prima bozza di statuto.
    Tra il 26-28 agosto ’44 si svolge un convegno di studi a S. Maria sopra Minerva a Roma: momento fondativo delle Acli. Qui viene eletta una commissione centrale provvisoria presieduta da Achille Grandi e viene nominata Maria Federici delegata femminile. Le Acli sono ufficialmente e operativamente costituite.

    Al termine del I° Convegno Nazionale (Roma, 8-11 marzo ‘45), papa Pio XII riceve in udienza i convegnisti e il suo discorso è considerato l’assenso ufficiale della Chiesa alle Acli.

    Con la fine della guerra e dopo il referendum istituzionale del ‘46 le Acli indicono il loro 1° Congresso nazionale (Roma 26-28 settembre ‘46). Non partecipa Achille Grandi, che aveva già lasciato la presidenza a Ferdinando Storchi il 6 marzo 1945 per dedicarsi all’impegno nella CGIL e successivamente essere eletto vicepresidente all’Assemblea costituente. Le Acli si definiscono come espressione della corrente cristiana in campo sindacale.

    Dopo il duro scontro tra le forze politiche in occasione delle prime elezioni libere della Repubblica italiana il 18 aprile 1948, le conseguenze si manifestano presto anche in campo sindacale, mandando in frantumi il Patto di Roma. L’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948 e la proclamazione, da parte dell’esecutivo nazionale della Cgil, dello sciopero generale, a cui la corrente cattolica decide di non partecipare, segnano il punto di rottura nel sindacato unitario. La corrente cattolica decide di uscire dalla CGIL e fondare un nuovo sindacato.
    Con la rottura dell’unità sindacale e la nascita di un sindacato cattolico, le Acli sentono l’esigenza di ridefinire il proprio ruolo ed indicono un Congresso straordinario (Roma, 15-18 settembre ‘48). La domanda è: c’è bisogno ancora delle Acli? Sì, lo stesso Pio XII vuole che restino in vita. Nella mozione conclusiva del Congresso si ribadisce l’esigenza di un sindacato autonomo e democratico e si modifica il primo articolo dello Statuto definendosi movimento sociale dei lavoratori cristiani.
    Il 17 ottobre 1948 si costituisce la Libera Cgil, guidata da Giulio Pastore – già segretario generale delle Acli – che diventerà, nel 1950, definitivamente la Cisl.

    Il 3° Congresso Nazionale (Roma 3-5 novembre ‘50) è quello in cui le Acli prendono, da un punto di vista organizzativo e di iniziativa, la fisionomia che le contraddistinguerà negli anni a venire. In quest’occasione, infatti, definiscono il proprio ruolo come:

    • centrale di iniziativa sociale e politica
    • scuola di formazione
    • organizzazione di servizi per i lavoratori.

    Il primo decennio di vita si chiude con le dimissioni di Storchi, al cui posto sarà eletto Dino Penazzato il 4 aprile 1954.