Tre giorni di formazione politica, ma anche condivisione di progetti e scenari di un futuro possibile. All’insegna della condivisione e della riscoperta del valore delle comunità. Si è appena chiusa la tre giorni della prima Summer School delle Acli che si è tenuta a Firenze. Circa 40 gli amministratori locali che hanno partecipato e che, di fatto, hanno decretato il successo dell’iniziativa. Ne parliamo con Lidia Borzì, delegata dipartimento Istituzioni delle Acli.
Qual è il bilancio di questa prima edizione?
Sono molto soddisfatta, sia a livello di associazione sia a livello di risposta dei partecipanti. Alle Acli nazionali abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra e gli amministratori locali ci hanno premiato mostrando interesse e partecipazione. C’è voglia di continuare questa esperienza.
Le adesioni registrate dicono che si sentiva il bisogno di un’iniziativa del genere…
Sì, è vero. I numeri dell’affluenza ci confortano. Con questa scuola abbiamo coniugato concretezza e visione. Come diceva Giorgio La Pira, cui è dedicata la Summer School, gli amministratori locali devono cambiare una lampadina e devono occuparsi della pace del mondo. Il sindaco si cura di tutto, dell’acqua, della luce ma deve avere un pensiero di ampio respiro sul futuro della città. Concretezza e visione dunque.
Quale è oggi il problema degli amministratori locali?
Purtroppo viaggiano sempre sull’emergenza. La politica in generale ha uno sguardo molto corto invece serve uno sguardo lungo incorniciato da una visone valoriale sul futuro del Paese. Gli amministratori locali, inoltre, specialmente nei piccoli centri sono molto soli.
Quale è il vantaggio della Summer School per gli amministratori locali?
Con questa esperienza si crea una rete. Gli amministratori locali possono confrontarsi, prendere esempio. In più hanno degli strumenti formativi che li aiutano a governare meglio. Secondo il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha preso parte ai lavori della Summer School, la crisi della politica dipende dal fatto che i partiti non investono più in formazione. Ogni amministratore si ingegna come può nell’affrontare le difficoltà che trova.
Quali sono stati gli spunti più interessanti delle giornate?
Di spunti ce ne sono stati tanti. Abbiamo riflettuto sull’importanza di tornare a vivere con passione la carica di amministratori, che è un servizio per il bene comune. È un’idea che si rischia di perdere se abbiamo di fronte solo le emergenze. Poi c’è l’idea che una comunità sostenibile lo debba essere da tanti punti di vista: ambientale, di lotta alle diseguaglianze, da un punto di vista economico e di contrasto allo spreco. La sostenibilità nasce come frutto di interdipendenza tra diversi aspetti. Un altro aspetto che è emerso è che lo Stato nasce dai Comuni che si attivano a livello locale e pertanto i Comuni dovrebbero avere un ruolo diverso nella politica nazionale. Invece, questi sono ancora ai margini.
La Summer School è un unicum? Come seguirete come Acli questa rete che si è formata?
Prima di tutto devo dire che la Summer School proseguirà a metà novembre con un giorno di formazione al quale inviteremo tutti gli amministratori locali del Paese. Vorremmo fare due eventi di formazione, uno estivo e uno autunnale. Nell’evento di novembre discuteremo le risposte al questionario che gli amministratori hanno compilato a Firenze. Sicuramente vogliamo proseguire questa esperienza.