A Lipa, nella municipalità di Bihać, sorge l’ultimo campo di accoglienza per le persone che cercano di arrivare in Europa, per lo più in Germania e Austria, attraverso la cosiddetta Rotta Balcanica. In questa località dimenticata da tutti, nel Nord-Ovest della Bosnia-Erzegovina, è presente da anni ISPIA, la Ong delle Acli che, insieme ad altre associazioni umanitarie, cerca di ridare la dignità a persone che arrivano al campo al limite delle forze, dopo aver speso i risparmi di una vita, per provare a passare il confine. La polizia croata li respinge quasi sempre, condannandoli a rimanere in un limbo di freddo (la pioggia e le basse temperature non vanno via neanche d’estate) e di solitudine (il centro abitato di Bihać è a 25 chilometri). Il nuovo “Temporary reception centre” per le persone “in transito” offre 1.500 posti, anche se attualmente i migranti presenti sono molti meno, circa 300. Grazie alla collaborazione con la Caritas, IPSIA ha aperto una specie di circolo Acli, il Social Cafè, dove i migranti si trovano per parlare, giocare, bere un tè o un caffé e sentirsi nuovamente persone. Nei giorni scorsi, il Presidente nazionale, Emiliano Manfredonia, è andato a fare volontariato nel campo di Lipa e lo ha raccontato qui