Festeggiare i sessant’anni dei Trattati di Roma può essere un’occasione per portare all’attenzione dell’opinione pubblica temi dimenticato. Ne sono convinte le oltre 7mila organizzazioni della società civile europea, che hanno inviato una lettera congiunta ai leader di 10 Paesi Membri chiedendo l’introduzione definitiva della TTF, la Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie. Tra i firmatari anche cinquantanove organizzazioni italiane, che si sono coalizzate nella Campagna ZeroZeroCinque. Tra queste, le Acli.
Nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, la prima richiesta dei firmatari è quella di esprimere pubblico sostegno al disegno della TTF Europea in occasione delle celebrazioni sui Trattati di Roma.
Era il gennaio del 2013 quando il Consiglio Europeo autorizzava la procedura di comparazione rafforzata sulla TTF. Un lungo negoziato, durato fino all’ottobre 2016, che aveva coinvolto la Germania, la Francia, l’Italia, la Spagna, l’Austria, il Belgio, La Grecia, il Portogallo, la Slovenia e la Slovacchia.
L’auspicio è che l’accordo venga raggiunto entro l’estate 2017 vista la rilevanza economica e sociale delle conseguenze dell’introduzione della tassa. Si tratta, infatti, di un piccolo prelievo sulla singola compravendita di titoli finanziari che potrebbe generare un introito annuale di circa 22 miliardi di euro. Per l’Italia, nello specifico, le entrate erariali che ne deriverebbero oscillano tra i 3 e i 6 miliardi di euro all’anno, secondo le stime della Commissione Europea (Guarda il contatore delle risorse perdute a causa della mancata introduzione dallo scorso 6 dicembre su https://fts.oxfam.de/it/)
Una misura importante che, se costruita efficacemente, potrebbe disincentivare le operazioni speculative sui mercati e ridare stabilità, riportando la finanza al suo compito originario di operare a servizio dell’economia.
“Abbiamo firmato la lettera perché è fondamentale che l’accordo tra gli Stati membri per l’introduzione della TTF venga sugellato subito – ha dichiarato il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini. – I motivi sono disparati, primo tra tutti la possibilità di destinare il gettito dell’imposta alla misura di lotta alla povertà in Italia che, anche se avviata con la recente approvazione della Legge delega, necessita di risorse maggiori in grado di sviluppare un percorso di re-inclusione lavorativa e di autonomia delle famiglie in stato di indigenza”.
Nella lettera, inoltre, viene sottolineato come l’aumento delle diseguaglianze e l’adozione di politiche che privilegiano il potere di pochi abbiano favorito l’incremento dei venti populisti in Europa.
“È fondamentale dare ascolto al richiamo cittadini Europei – ribadisce Rossini – che già nel 2015 hanno raccolto oltre un milione di firme a supporto della TTF. Un segnale importante che ci racconta quanto il popolo si senta dalla crisi”
“La TTF rappresenta un punto di ripartenza in Europa per contrastare le grandi diseguaglianze – ha aggiunto Stefano Tassinari, membro di presidenza nazionale Acli con delega alla Cooperazione. – La tassa non è contro la finanza ma serve a rimetterla in pista, insieme ad altre proposte quali il contrasto all’elusione fiscale e il tetto ai compensi milionari. Se non si riconsegna alla finanza un codice umano, – conclude Tassinari – che tenga a freno la speculazione e rilanci sviluppo e lavoro, rischiamo di ipotecate anche il futuro dei nostri nipoti”.