In occasione della giornata internazionale degli archivi, le Acli hanno organizzato un evento per ricordare Dino Penazzato, storico presidente dell’Associazione dal 1954 al 1960. Ieri pomeriggio nel Palazzo Achille Grandi, sede delle Acli nazionali a Roma, sono stati riportati alla luce ed esposti alcuni documenti e scritti inediti di Penazzato. “Il nostro archivionon è un accumulo di carte impolverate, ma rappresenta il cuore della nostra Associazione, fatta di persone, della loro fede e delle loro scelte”, ha spiegato Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli. “Penazzato lo ricordiamo come il grande presidente delle tre fedeltà acliste: alla Chiesa, ai lavoratori e alla democrazia. Una nuova fedeltà ci è stata consegnata da Papa Francesco: quella alla povertà. Se non partiamo dai poveri e non tocchiamo Cristo in loro, il nostro fare non ha senso”.
Alberto Scarpitti, responsabile dell’Archivio nazionale delle Acli, ha raccontato come è nata questa giornata dedicata a Dino Penazzato, nell’anniversario della sua morte, avvenuta sessantuno anni fa: “Abbiamo trovato nel nostro archivio, dichiarato nuovamente di interesse storico dalla Sovraintendenza, un faldone ricco di preziosi documenti e abbiamo voluto valorizzare questa figura anche come uomo creativo, un aspetto che non conoscevamo”.
Claudio Sardo, giornalista e membro della Fondazione Achille Grandi, ha delineato la vicenda storica di Penazzato, dalla sua crescita nelle Acli fino alla sua ascesa alla presidenza: “Fu un seminatore di contenuti di giustizia e di impegno sociale. Lavorò instancabilmente per dare una nuova missione alle Acli. Nel 1954 viene eletto presidente, ma la sua guida era iniziata da tempo. Il 1° maggio 1955 a Roma, davanti a 100mila persone, Penazzato ha celebrato il decennale delle Acli e ha riconfermato il peso e la necessità di un movimento operaio cristiano. Lì pronunciò il discorso della triplice fedeltà delle Acli. Mantenne per tutta la vita la fermezza, gli ideali e l’umanità. Combatté per i diritti dei lavoratori, delle donne e dei minori. Ha affermato che l’obiettivo della politica di sviluppo è il rinnovamento e il riordinamento nella distribuzione del benessere e del potere. Le Acli gli devono molto. La politicità di un movimento che vuole mantenere le proprie radice nella società, la speranza di una equità sociale, la partecipazione attiva di chi è sfavorito sono principi che coltiviamo ancora oggi e che non sono mai venuti meno”.
Tra i reperti riportati alla luce dall’Archivio storico delle Acli ci sono anche un romanzo e una sceneggiatura, scritti da Penazzato. Erica Mastrociani, Responsabile Acli nazionale Area Cultura Studi e Ricerche: “È stata una sorpresa aprire quei faldoni e trovare un romanzo, intitolato “Rivolta nel quartiere” e una sceneggiatura dal titolo “Il desiderio si veste di bianco”. Questi lavori raccontano le vicende sociali del dopoguerra, vicende che Penazzato stava vivendo in presa diretta. Ha saputo narrare il tema del riscatto sociale, volto a costruire delle opportunità di futuro diverse”.
A concludere l’incontro è stato l’archivista Leonardo Musci: “Il nostro è un archivio sociale che racconta il ‘900 e il cambiamento della società italiana. La sfida è farlo diventare una presenza costante tra le persone, capace di creare cultura e coscienza storica”.