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LA TUTELA E L’INTEGRAZIONE DEI LAVORATORI IN MOBILITA’

Il seminario organizzato dalle ACLI dal 26 febbraio al 28 febbraio in collaborazione con il centro europeo per le questioni dei lavoratori (EZA) a Tirana ha messo in evidenza il ruolo cruciale della mobilità dei lavoratori in Europa. Questo evento è stato una fonte di riflessione e ispirazione per le ACLI nel loro lavoro quotidiano, offrendo spunti concreti per affrontare le sfide della migrazione e dell’integrazione. Tra i temi affrontati: il mercato del lavoro italiano ed europeo, il processo di candidatura dell’Albania all’Unione Europea, l’importanza della formazione professionale e il legame tra mercato del lavoro e migrazione.

Mobilità e Cooperazione internazionale: il ruolo dell’Albania

L’evento si è aperto con l’intervento di Matteo Bracciali, vicepresidente della Federazione ACLI Internazionali (FAI), che ha sottolineato l’importanza della mobilità e della cooperazione nel contesto europeo. Bracciali ha evidenziato il ruolo strategico dell’Albania nel processo di candidatura all’UE e il suo impatto sulla mobilità dei lavoratori. Ha inoltre affrontato il tema della formazione linguistica e professionale per i lavoratori extra-UE e la questione migratoria, spesso percepita come un tabù sociale. Un esempio virtuoso in questo contesto è il centro giovanile Arca di Scutari, che da oltre un decennio fornisce supporto ai giovani migranti e collabora con ONG locali. Il seminario prevede anche una visita conclusiva al centro Arca di Scutari nella giornata del 28 febbraio, dove i partecipanti avranno l’opportunità di conoscere da vicino le attività del centro, osservare le modalità di supporto ai giovani migranti e confrontarsi con gli operatori e i beneficiari dei programmi. Questa visita offrirà uno spunto concreto per comprendere meglio le sfide e le opportunità legate alla formazione, all’integrazione e alla cooperazione tra le comunità locali e le ONG

Successivamente, Bilbil Kasmi, presidente del sindacato indipendente albanese SAUATT (Sindacato Albanese Indipendente per l’Alimentazione, l’Agricoltura, il Commercio e il Turismo), ha discusso l’importanza della previdenza sociale e della formazione professionale per i lavoratori in mobilità, evidenziando la collaborazione con le istituzioni governative albanesi. L’incontro si è arricchito con la testimonianza di Monsignor Arjan Dodaj, Vescovo cattolico di Tirana-Durazzo, che ha raccontato le difficoltà vissute dagli albanesi sotto la dittatura comunista. Dodaj ha ricordato come la caduta del regime abbia generato una forte diaspora albanese, un fenomeno che ha definito un momento storico cruciale e che continua a essere alla base dell’analisi del fenomeno migratorio albanese in Europa.

Politiche europee e mercato del lavoro

Nel secondo panel, Ummuhan Bardak, esperta di migrazioni e sviluppo del capitale umano presso la Fondazione Europea per la Formazione (ETF), ha illustrato i principali strumenti europei per l’analisi del mercato del lavoro, spiegando tre aree di intervento: il quadro normativo dell’UE, il knowledge hub e la consulenza ai governi. Tra i progetti più rilevanti, ha citato il Torino Process, un’iniziativa dell’UE per monitorare e migliorare le politiche di formazione professionale nei paesi membri. Il processo raccoglie dati, promuove il confronto tra paesi e identifica le buone pratiche per rafforzare le competenze dei lavoratori, inclusi i migranti, e migliorare l’occupabilità, facilitando la loro integrazione nel mercato del lavoro europeo. Bardak ha anche parlato del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali (EPSR), un insieme di principi adottati dall’Unione Europea per promuovere diritti sociali e opportunità di lavoro per tutti i cittadini, inclusi i migranti. Il Pilastro si concentra su diritti fondamentali come l’accesso a un mercato del lavoro equo, protezione sociale, e opportunità di formazione, mirando a garantire pari opportunità per tutti. Infine, Bardak ha sottolineato che la migrazione non deve essere vista come un fenomeno da contrastare, ma come una sfida da gestire in modo trasparente per ottenere risultati positivi.

A seguire, Senida Mesi, economista dello sviluppo ed ex Vice Primo Ministro dell’Albania (2017-2019), ha analizzato le dinamiche migratorie albanesi, sottolineando i principali paesi di destinazione dei flussi migratori, tra cui l’Italia, la Grecia, altri paesi dei Balcani, nonché la Scandinavia, gli Stati Uniti e l’Australia. Mesi ha evidenziato come l’emigrazione albanese sia stata un fattore determinante per la sopravvivenza economica del paese. Tuttavia, ha ribadito la necessità di un maggiore supporto istituzionale per chi emigra, al fine di garantire una migliore integrazione e protezione dei migranti, oltre a promuovere politiche di ritorno che possano incentivare un flusso di rimpatri e investimenti nel paese.

Occupazione e fabbisogno di lavoratori in Italia

Alessandro Gaetani, dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano, ha illustrato il quadro occupazionale del paese. A dicembre 2024, il numero di occupati si è mantenuto stabile, attestandosi a circa 24 milioni e 65 mila unità. Il tasso di disoccupazione è salito al 6,2%, mentre quello giovanile si è attestato al 19,4%. Si è evidenziata anche la carenza di personale in alcuni settori e il mismatch tra le competenze richieste e quelle disponibili sul mercato. Le aziende lamentano stipendi non competitivi e una carenza di candidati adeguati. Inoltre, ha sottolineato che, nonostante la disoccupazione sia ai minimi storici, cresce il numero degli inattivi, indicando una potenziale riserva di forza lavoro non sfruttata.

Giorgio Sbrissa, presidente della European Vocational Training Association (EVTA), ha sottolineato la distinzione tra lavoratori migranti e cittadini europei, evidenziando che questi ultimi godono del diritto al lavoro all’interno dell’UE grazie alla libera circolazione dei lavoratori. A differenza dei migranti non comunitari, i cittadini dell’UE non affrontano le stesse barriere legali per accedere al mercato del lavoro, beneficiando di vantaggi come il riconoscimento delle qualifiche e il diritto di residenza. Inoltre, ha enfatizzato l’importanza di un approccio olistico alla formazione per facilitare l’integrazione dei lavoratori migranti, che vada oltre le competenze tecniche, includendo anche aspetti culturali e linguistici, per favorire la loro piena partecipazione nel mercato del lavoro e nella società europea.

Aspetti conclusivi della prima giornata

Questa prima giornata del seminario ACLI ha offerto un’analisi approfondita sulle sfide e le opportunità legate alla mobilità lavorativa in Europa. Gli interventi hanno sottolineato che la migrazione è un fenomeno complesso che richiede politiche strategiche di inclusione, formazione e cooperazione tra Stati. Un tema centrale è stato l’adeguamento delle competenze professionali dei lavoratori in mobilità alle esigenze del mercato del lavoro, in un contesto in cui molte posizioni rimangono vacanti a causa della mancanza di profili adeguati. Si è inoltre discusso dell’importanza di percorsi formativi mirati, non solo per la crescita professionale, ma anche per favorire l’integrazione sociale e culturale dei lavoratori.

Un punto focale del dibattito è stato l’analisi dell’esperienza migratoria albanese, che ha messo in evidenza come l’emigrazione abbia avuto un impatto fondamentale sulla sopravvivenza economica del paese. È emersa la necessità di un supporto istituzionale più forte per gestire i flussi migratori, migliorando le condizioni di vita e di lavoro per chi decide di trasferirsi all’estero. È stato anche sottolineato il ruolo cruciale di politiche che favoriscano il rientro degli albanesi, per contribuire allo sviluppo del paese e al rafforzamento dell’economia locale. Infine, si è ribadita l’importanza di un approccio globale alla formazione, che vada oltre lo sviluppo professionale, includendo anche la capacità di adattarsi a nuovi ambienti. La mobilità dei lavoratori è una realtà inevitabile, e solo attraverso un coordinamento efficace tra cittadinanza attiva, istituzioni, sindacati e imprese si potranno ottenere risultati positivi per tutti gli attori coinvolti.

Francisca Cantarini

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