Gli anni ‘60 rappresentano per le ACLI un periodo di grande espansione e presenza nella società italiana.
Le tessere fino alla fine del decennio ripropongono, sostanzialmente, i classici valori dell’universo aclista.
Nella tessera del 1964 appare con grande risalto, in colore rosso, l’apprezzamento alle ACLI espresso da mons. Montini (asceso al soglio pontificio nell’anno precedente con il nome di Paolo VI): un omaggio al nuovo pontefice, ma anche la rivendicazione orgogliosa del forte legame esistente con lui, fin dalle origini.
Nel 1965 la tessera celebra i primi 20 anni di attività dell’associazione, mostrando un riassunto dei simboli, compresa anche la spiga presente nel primo stemma. Le due figure presenti rinviano agli uomini e alle donne delle ACLI, ma anche all’universo urbano e industriale e a quello delle campagne.
Nel 1966 le tre storiche fedeltà delle ACLI, alla Chiesa, alla democrazia e ai lavoratori, sono presentate come l’identità più profonda del movimento.
Nel 1967 tornano gli slogan diretti a sottolineare l’importanza del proselitismo del tesseramento, come mezzo di introito finanziario per l’associazione e quindi di autosufficienza economica.
Negli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta le ACLI hanno cognizione della profonda crisi di valori, di istituzioni, di organizzazioni, di governo che aleggia in quel periodo storico e sanno che alla radice c’è l’ingiustizia che lo sviluppo capitalistico alimenta su scala mondiale, postponendo l’uomo e i suoi bisogni al profitto. L’associazione è consapevole che per ricomporre questa crisi bisogna sviluppare l’azione dell’uomo in un contesto di solidarietà, che deve essere più vasto di quello nazionale.
Sulle tessere di quegli anni possiamo notare i simboli di questa apertura delle ACLI ai problemi internazionali, alla comune condizione dei lavoratori di tutto il mondo e alla promozione dei servizi sociali.
Già nel 1968 le ACLI si sentono e sono percepite come parte del movimento operaio, condividendo l’idea forte che esso, come recita il messaggio della tessera di quell’anno, “è un fatto di solidarietà e partecipazione”.
La tessera del 1969 con l’immagine di un corteo rinvia alle grandi manifestazioni e lotte del sindacato per i rinnovi contrattuali dell’[dt_tooltip title=”autunno caldo”]Viene ricordato come autunno caldo il periodo delle lotte sindacali operaie che si sviluppò in Italia a partire dall’autunno del 1969. In questo periodo le rivendicazioni salariali spontanee nelle grandi fabbriche si associarono alle agitazioni studentesche che reclamavano il “diritto allo studio” per tutti gli strati sociali.[/dt_tooltip]. Compaiono le testate di alcuni numeri di Azione sociale, l’allora diffuso e combattivo settimanale aclista. La tessera che apre il nuovo decennio per la prima volta esibisce l’appartenenza delle ACLI alla CMT, la Confederazione Mondiale del Lavoro, sorta l’anno precedente da una trasformazione-evoluzione in senso anticapitalista e [dt_tooltip title=”terzomondista”]Terzo Mondo è una denominazione entrata nel linguaggio delle relazioni internazionali nel corso degli anni Cinquanta, per indicare i paesi dell’Asia, Africa e America Latina, appena usciti dalla soggezione coloniale oppure in lotta per il conseguimento dell’indipendenza. Tale espressione è rimasta nell’uso per designare i paesi caratterizzati da un basso prodotto interno lordo pro capite, da una elevata crescita demografica e da una struttura produttiva fortemente dipendente dall’importazione di capitali e tecnologie dai paesi industrializzati.[/dt_tooltip] , della CISC, la Confederazione Internazionale dei Sindacati Cristiani. Il messaggio sul contributo che il “movimento operaio e contadino dei nuovi paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina” può fornire alla difesa dei diritti dei lavoratori e all’avanzamento del progresso, evoca contenuti e suggestioni della [dt_tooltip title=”Popolorum Progressio”]La Populorum progressio (Lo sviluppo dei popoli) è l’enciclica sociale scritta da Paolo VI nel 1967. L’enciclica è dedicata alla cooperazione tra i popoli e al problema dei paesi in via di sviluppo. In essa vi è la denuncia dell’aggravarsi dello squilibrio tra paesi ricchi e paesi poveri, il diritto di tutti i popoli al benessere. L’enciclica propone infine la creazione di un fondo mondiale per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo.[/dt_tooltip].
Le tessere del 1971 e 1972 evidenziano la centralità dell’azione sociale dal basso delle ACLI nelle fabbriche, nelle campagne e nelle comunità urbane. La scritta perentoria, “l’autonomia è libertà. L’autonomia costa. Paga l’autonomia”, con la novità dell’indicazione del conto corrente sul quale versare i contributi, sono un evidente segnale della crisi finanziaria del movimento aclista, a seguito della crisi dei rapporti con la gerarchia ecclesiastica, dopo la decisione di porre fine al [dt_tooltip title=”collateralismo”] Per collateralismo si intende l’opera di appoggio, di sostegno, data a una parte politica da forze sociali, associazioni, movimenti, gruppi culturali non integrati organicamente in essa.[/dt_tooltip] con la Democrazia Cristiana.
La prima tessera della nuova presidenza di Marino Carboni (1973), che mette in grande evidenza il simbolo aclista e la fotografia di Achille Grandi, “primo presidente delle Acli e segretario generale della CGIL unitaria per la corrente cristiana”, rinvia chiaramente al suo tentativo di riconquistare la piena fiducia della gerarchia cattolica, ritornando all’identità fondativa del movimento.
Nelle tessere degli anni successivi, con il costante riferimento alla ricca realtà associativa del movimento (Patronato, Enars, Cooperazione), si vuole trasmettere il messaggio che le ACLI, nel loro insieme, intendono puntare più sulle buone pratiche sociali che su ardite elaborazioni teoriche, ribadendo la propria autonomia, con il persistente richiamo agli associati a preservarla con il sostegno finanziario.
A cura dell’Archivio Storico Acli Nazionali
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