La storia della difesa d’Europa è sempre stata una storia di guerre. Non sono state moltissime, in realtà, dato che più spesso sono stati i Paesi europei a provocare le difese altrui. Ma anche quei pochi episodi dove era evidente la minaccia verso l’Europa e verso i valori nati in Europa, si sono risolti con la guerra, con lo spargimento di sangue. Forse la più simbolica di queste è la difesa di Vienna nel XVII secolo. O forse altre.
Anche oggi l’Europa è minacciata e sono minacciati i suoi valori più autentici, quelli che poggiano sulle idee di libertà e di uguaglianza. Ma, a differenza di qualche secolo fa, la minaccia più severa viene dall’interno, dall’Europa stessa.
Non è una novità, penserà qualcuno: in fondo per secoli e secoli gli europei si sono combattuti. Bene fa la Rete della pace a ricordare i cento anni della fine della prima guerra mondiale, una guerra che è stata anche una sorta di guerra civile europea. Ma la minaccia interna, questa volta, nasce con una fase radicalmente nuova, perché figlia della diversa storia degli ultimi sessant’anni.
Veniamo da un cammino che ha fortemente voluto costruire un’unità europea, un solo popolo, un continente forse senza confini, certamente senza guerre. E così è stato. Dai trattati di Roma del 1957 sono passati sessant’anni di impegno e di pace. Non è retorica affermare che l’Europa è la dimostrazione che, volendo – politicamente volendo –, la pace non è un sogno ad occhi aperti. Magari non si tratterà dell’utopica pace armonica: si tratterà, più umanamente, di una pace segnata da problemi, scoraggiamenti, rivendicazioni, discussioni, arroganze, ipotesi, interessi materiali, perfino qualche complotto e qualche astrazione. Eppure il fatto concreto è che questa pace ha tenuto. Ed è diventata un modello.
Forse per difendere questo modello occorrerà anche osare di più. Il manifesto della Rete della pace offre alcuni spunti importanti: l’affermazione integrale dei diritti dell’uomo, l’abolizione degli ordigni atomici, l’apertura di corridoi umanitari per garantire sicurezza e legalità a chi fugge dalla guerra e dalla fame, la disponibilità a dotarsi di un sistema di Difesa civile non armata e nonviolenta con dei Corpi Civili di Pace.
Osare di più per costruire un’Europa così serve per affermare che un’Europa unita e pacificata è un ancora un segno di pace per tutto il mondo.
La pace nel mondo si può costruire, per noi europei, a partire da un’Europa di pace. Europa, mondo: una decisiva opportunità. Papa Francesco ha detto che bisogna avere il coraggio di trasformare le minacce in opportunità, perché tutto può rivelarsi un’occasione propizia per un passo in avanti sul cammino dell’umanizzazione. Ci proviamo.