La liturgia accosta l’inizio del vangelo di Luca con l’inizio della predicazione di Gesù a Nazaret, il paese dove era vissuto fino ad allora.
I primi quattro versetti indicano l’intenzione di Luca nello scrivere il suo vangelo: esporre con accuratezza la vita di Gesù, per confermare al lettore di tutti i tempi (in greco, Teofilo significa: amico di Dio) la solidità degli insegnamenti ricevuti. Non più racconti trasmessi oralmente, ma per iscritto, con cui confrontarsi come con un testimone fedele, proprio perché la ricerca è stata accurata.
Il protagonista di questi primi passi pubblici di Gesù è lo Spirito santo. Esso scende su di lui al battesimo nel Giordano, lo spinge nel deserto dove è tentato da Satana a cui resiste, e ora lo spinge per la Galilea a predicare la venuta del regno di Dio. Nel battesimo al Giordano Gesù fa un’esperienza spirituale di Dio che gli si rivela come quel Padre che lo ama come un figlio. Gesù fa una esperienza dell’amore di Dio così viva e profonda che vuole comunicare a tutti i fratelli quanto ha sperimentato in prima persona. Per questo Gesù insegna la via della vita attraverso la conversione al Signore. La gente accoglie il suo messaggio e gli rende lode.
A Nazaret, dove era cresciuto, compie dei normali gesti all’interno della liturgia, che prevedeva la lettura di un testo della Torà – i primi cinque libri della Bibbia – e il suo commento con un brano tratto dai profeti.
Leggendo questo passo di Isaia (61,1-2), e dicendo che lo Spirito del Signore è su di lui per annunciare il lieto messaggio della venuta del regno di Dio, Gesù si fa comprendere bene dal suo popolo. Il testo di Isaia parla del Messia (che significa in ebraico: unto) che il popolo attendeva per essere liberato dai romani così da rendere liberi gli ebrei.
Gesù invece è un Messia che si occupa – come il Padre – dei piccoli e dei poveri, di coloro che non hanno la pienezza della vita. Li ristabilisce nella loro condizione di vita piena perché è l’anno di grazia, cioè l’anno giubilare (Lev 25), in cui venivano condonati i debiti, gli schiavi tornavano in libertà e ognuno aveva di che vivere con dignità.
Gesù, in forza dello Spirito del Padre che lo abita, e di cui è consapevole, annuncia alla gente l’anno di grazia. Essa lo ascolta con interesse e attenzione, poiché desidera un messia che annunci e realizzi la pienezza della vita che viene da Dio.
24 gennaio 2016 – III Domenica tempo ordinario – Anno C
Luca 1,1-4; 4,14-21
1 Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2 come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3 così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4 in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, 14 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
16 Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi 19 e proclamare l’anno di grazia del Signore».
20 Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21 Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
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