Le Acli esprimono vicinanza alla Libia, colpita dalle inondazioni dopo il crollo di due dighe nella regione della Cirenaica che hanno causato la morte di oltre 6mila persone.
Non si può restare indifferenti di fronte ad una tale catastrofe che aggrava la già difficile situazione della popolazione libica e dei tanti migranti che transitano da lì per arrivare in Italia. Da sponda di partenza, la città di Derna si è trasformata in poche ore in area di calamità con oltre 30.000 sfollati, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Come ha più volte ribadito Papa Francesco, accogliere e proteggere le persone che scappano da catastrofi naturali, guerre o disperazione è una responsabilità morale. La difficoltà del Governo nel gestire in questi mesi il flusso migratorio verso l’Italia, con l’hotspot di Lampedusa che ospita circa 10 volte il numero massimo di persone per cui è attrezzato, dimostra che bisogna agire immediatamente per evitare altre morti: il Parlamento e l’Europa devono subito aprire vie legali d’accesso e attuare politiche d’accoglienza condivise. Le disparità economiche tra paesi, l’incapacità di affrontare i disastri climatici e la mancanza di pace sono il risultato di un ordine mondiale distorto ed è responsabilità di tutti cambiarlo.