“Gli infortuni sul lavoro rappresentano tuttora un’emergenza sociale”. Lo denuncia Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli commentando i risultati presentati oggi a Montecitorio dal presidente dell’Inail Massimo De Felice. Secondo quanto riportato dall’istituto, le denunce di incidenti mortali sul lavoro sono scese a 1.104 nel 2016 (erano 1.364 cinque anni fa), nuovo minimo storico in base alle serie storiche comparabili (dal 2008). “Sono numeri positivi – riprende Rossini -, ma la questione presenta ancora diversi punti critici come la diffusione di forme contrattuali atipiche che non permettono un’approfondita formazione del lavoratore; una forza lavoro sempre più in avanti con l’età, con capacità di attenzione, di riflessi e cognitiva che vanno riducendosi nel tempo e, anche, una maggior presenza di una forza lavoro straniera che a seguito della difficoltà nella comunicazione non raggiunge una formazione accurata.
Per questo – continua il presidente delle Acli – proponiamo la creazione di una filiera di interventi per unire, sulla base della legislazione vigente in materia di reinserimento, le attività formative, di tirocinio, intermediazione e accompagnamento delle persone che vivono il problema permanente di invalidità legata a incidenti sul lavoro”.
Di lavoro, invalidità, iniquità del sistema previdenziale e anche di altro si parlerà domani e il 7 luglio nel corso dell’incontro annuale del Patronato Acli. “Agire nel sociale, lasciare il segno” è il titolo del convegno in programma all’Holiday Inn di Roma al quale parteciperanno circa 200 persone tra dirigenti Acli e direttori regionali e provinciali del Patronato. Tutele, futuro e democrazia saranno al centro dell’incontro, che sarà l’occasione per rilanciare forte l’impegno del Patronato alla luce di un sistema previdenziale che tende a penalizzare i più deboli e i più bisognosi. Un impegno che rappresenta un richiamo alle radici dell’ente, nato per trasformare quelle che erano le richieste di tutela in diritti.