“La povertà è radicata negli Usa, la pandemia l’ha resa ancor più profonda. Biden dovrà lavorare per creare un’infrastruttura sociale di base capace di sanare le fratture che attualmente condannano milioni di cittadini statunitensi all’indigenza e all’insicurezza e che, peraltro, consentirono la vittoria di Trump.” Queste le parole del Presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, che in una lettere pubblicata su Avvenire ha commentato l’inaugurazione della presidenza Biden “Kennedy lavorò sui diritti civili anche perché era coerente con l’idea di un disegno universale di pace e di sicurezza. Joe Biden dovrà lavorare sui diritti sociali in modo coerente con l’idea del bene comune, del fatto che in questo dramma mondiale nessuno si salverà da solo. In questo senso gli farà molto comodo la dottrina sociale di papa Francesco, che punta molto sui temi della povertà, dell’ambiente, dell’inclusione sociale e dell’immigrazione e della cooperazione internazionale per promuovere un mondo più fraterno e inclusivo, più ricco di differenze per essere meno diseguale. Se i simboli hanno ancora un valore, – si legge nel testo di Rossini – le prime scelte della squadra di governo di Biden vanno in questa direzione, dando spazio alle ‘minoranze politiche’, come le donne e le diverse etnie, a partire dal primo di tutti i simboli, la vicepresidente Kamala Harris. Biden potrà così superare il paradigma Wasp, ossia il fatto che la classe dirigente che governa di Stati uniti debba essere bianca, protestante e di origine anglosassone”.