“Il Patronato si conferma “porta sociale” di accesso a tutte le prestazioni sociali, ma anche soggetto che offre un’attività di tutela da declinarsi anche come orientamento, informazione e rappresentanza dei nuovi bisogni e dei nuovi diritti; proprio verso chi ne ha più bisogno. E lo fa offrendo spazi fisici e reali nei quali incontrarsi e offrire informazioni, orientare e accompagnare. Venire meno a questo ruolo vorrebbe dire abdicare al nostro ruolo e all’impegno di essere prossimi con chi è più ferito”. Un passaggio della relazione del Presidente del Patronato Acli, Emiliano Manfredonia, durante l’incontro nazionale che ha riunito a Roma tutti i presidenti delle sedi regionali e provinciali per tracciare un bilancio dell’anno e programmare il futuro dell’ente. “Siamo catalizzatori di molte marginalità – ha continuato Manfredonia – che ci responsabilizzano nel dare risposte competenti, ci sollecitano nella capacità di fare consulenza, ci fanno interrogare sulla cura nella relazione”.
Nel corso della mattinata di giovedì 26 giugno anche l’intervento di Direttore Generale Nicola Preti. “Parlare dell’articolo 38 e del Patronato ACLI significa parlare della nostra identità. Una storia lunga 70 anni fatta di diritti, di battaglie e sforzi quotidiani per il loro riconoscimento, di supporto ai lavoratori, ai cittadini, alle famiglie che a noi si rivolgono. Ricordiamo sempre che i Patronati sono uno degli organi e istituti predisposti o integrati dallo Stato, che esistono affinchè siano concretamente garantiti i diritti previdenziali costituzionalmente riconosciuti ai cittadini”.
“Il Patronato è prima di tutto un recettore dei fabbisogni primari dei cittadini – ha detto il vice Presidente delegato del Patronato ACLI, Martino Troncatti, durante il suo intervento di venerdì 27 giugno – con un un’attenzione particolare verso tutte quelle situazioni di marginalità che nel nostro Paese sono aumentate in questo decennio di crisi. Il Patronato accompagna per mano gli ultimi, coloro cioè a cui è riservata una grossa fetta del nostro welfare e che invece hanno grosse difficoltà ad accedervi”. Troncatti ha inoltre espresso la sua soddisfazione per i dati della ricerca IREF che conferma “il pieno riconoscimento del Patronato ACLI che si contraddistingue per professionalità e cortesia”.
La mattinata si è conclusa con l’Intervento del Presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini: “Il Patronato è un servizio fondamentale nel sistema Acli e nella società perché si occupa di lavoro e famiglia, i due pilastri della vita di ogni cittadino. La nostra forza è stare dalla parte dei deboli. Se perdiamo contatto con la debolezza tradiamo la nostra vocazione”.
Dopo gli interventi dei responsabili di ogni settore, che hanno tracciato un bilancio dell’anno e anche le prospettive per il futuro, legate soprattutto alle novità di Quota 100 e anche del Reddito di cittadinanza, nel pomeriggio si è svolto un interessante dibattito con Antonio Pone, della Direzione Generale INPS, Giuseppe Lucibello, Direttore Generale INAIL, Nicola Preti Direttore Generale del Patronato Acli con la moderazione di Raffaele Riccardi, giornalista di Repubblica. Antonio Pone ha delineato la possibile evoluzione del ruolo del Patronato ACLI, anche nel rapporto con l’Istituto di previdenza: “Dobbiamo recuperare la dimensione del lungo periodo e operare scelte che in futuro ci serviranno. Credo che si stia esaurendo la fase della digitalizzazione delle istanze. Sta aumentato la percentuale di domande presentate direttamente dal cittadino. E’ un dato che deve farci riflettere. Dove saremo tra 5-10 anni? Quale è lo spazio in cui il Patronato può recuperare la sua centralità? A mio avviso sta nella vostra rete, la capillarità della vostra dimensione territoriale. Voi siete ovunque, in quasi tutti i Comuni, più dell’INPS stesso e noi non potremo occupare il territorio più di quanto già facciamo. E’ qui l’asset di complementarietà futura tra INPS e Patronato”. Giuseppe Lucibello invece si è concentrato sulle malattie sul lavoro e il ruolo dei medici Inail: “Bisogna il più possibile lavorare affinchè i medici siano messi nelle condizioni di poter esprimere il loro giudizio in piena serenità. Inoltre c’è l’intenzione, e ci stiamo lavorando, di fornire tutto il supporto e la disponibilità per prendere atto delle osservazioni del Patronato in merito ai mancati riconoscimenti. Ci stiamo organizzando per una serie di iniziative in cui il vostro ruolo sarà esaltato e il vostro aiuto sarà necessario”.
Il grande ospite di questo incontro nazionale del Patronato Acli è stato Danilo Sacco, cantautore e musicista, per molti anni con i Nomadi, oggi solista. Una presenza che ha emozionato tutti, uno scambio di esperienze e riflessioni con un artista che ha da sempre a cuore il valore dell’impegno per i diritti, per cui #restiamoumani è un imperativo da perseguire nel quotidiano. Sacco ha parlato del suo ultimo lavoro, “Gardè”, che tratta tanti temi: da “Amico mio”, in cui si parla di amicizia, malattia e apartheid attraverso la storia di due campioni di rugby che si incontrano; a “New York 1911” sui diritti delle donne, con il racconto della tragedia della fabbrica Triangle, uno degli eventi che portó poi alla Giornata Internazionale delle donne. Fino a “La nuova Babele” in cui parla dell’importanza di “non essere soli, essere parte di qualcosa”. Ci piace condividere con tutti voi una frase tratta da “Amico mio”: “Non c’era mai vittoria, non c’era mai sconfitta, perché ciò di importante abbiamo fatto nella vita è stato sempre andare, senza paura avanti, oltre senza il limite segnato mille mille volte ancora. Siamo noi e lo sai!”[vc_media_grid element_width=”3″ gap=”3″ grid_id=”vc_gid:1562057824408-3da256e0-fd2d-3″ include=”39870,39871,39872,39873,39874,39875,39876,39877,39878,39879,39880,39972,39973″]