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Il Papa e l’atto di Consacrazione a Maria: un richiamo concreto per trovare la via della pace

La consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore immacolato di Maria voluta da papa Francesco per domani non ha un valore meramente devozionistico, ma è inserito in un atto penitenziale , di una richiesta di perdono per le colpe di tutta l’umanità ed in particolare di quelle dei credenti. Il Papa infatti sa bene che Russia ed Ucraina sono Nazioni cristiane in cui forte è la devozione mariana, e alla Madre di Dio si rivolge perché interceda per l’umanità tormentata e colpevole, malata di avidità, di egoismo e di violenza , radici di tutte le guerre.

Il Papa non intende la preghiera a Maria come un’astrazione disincarnata, ma come un richiamo concreto ad una realtà umana, ad una maternità che è simbolo di tutte le madri che perdono i loro figli per colpa della guerra, della malattia e della fame, delle madri che debbono fuggire insieme alle loro creature, magari separate dai loro mariti che sono chiamati a combattere, delle madri che debbono tenere in piedi da sole con il loro lavoro le famiglie lontane, come è  il caso di tante donne ucraine che vivono nelle nostre case accudendo i nostri anziani e che ora sono in pena per i loro cari lontani esposti alle violenze di una guerra d’aggressione. Di questa realtà è icona una madre che dovette fuggire in una terra lontana per evitare che un tiranno uccidesse il suo bambino e che anni dopo  ebbe lo strazio di vederlo morire innocente su di una croce, la pena riservata ai delinquenti.

Nell’Atto di consacrazione, che riportiamo per intero, risuona alto e forte forte l’appello alla pace e alla riconciliazione, quella riconciliazione che non cancella i torti e le ragioni, non confonde l’aggressore con l’aggredito, l’oppressore con l’oppresso, come avvenne in Sudafrica dopo il crollo del regime dell’ apartheid con la Commissione per la verità e la riconciliazione voluta da Mandela e presieduta dall’Arcivescovo Tutu, e, come dice la lettera agli Efesini , “ fa dei due un popolo solo abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne,
la legge fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace”.

La stessa richiesta di intercessione a Maria – “inter cedere”, fare un passo in mezzo, fare da ponte- ricorda il “grido di intercessione” lanciato dal cardinale Martini poco dopo l’11 settembre, mentre si approssimava un’altra guerra, sapendo che il cristiano   “non può mai mettere sullo stesso piano assassini e vittime, trasgressori della legge e difensori della stessa. Però, quando guarda le persone, nessuna gli è indifferente, per nessuno prova odio o azzardo un giudizio interiore, e neppure sceglie di stare dalla parte di chi soffre per maledire chi fa soffrire

Questo gesto del Papa, quindi, pur collocandosi in un ambito dichiaratamente religioso, è anche ed essenzialmente un gesto politico in quanto richiama tutti gli attori coinvolti a sentirsi , se non figli di una comune Paternità (questa è questione di fede) almeno fratelli in umanità e quindi disponibili a cercare un terreno comune rispetto alle passioni e agli interessi che minacciano di autodistruzione il nostro pianeta.

Ai credenti, poi, incombe il compito speciale di essere essi stessi intercessori, di farsi voce delle vittime senza odio per gli aggressori, di costruire una cultura di pace nella giustizia e di far crescere l’embrione di un mondo diverso nelle loro relazioni quotidiane trasformate alla luce del vangelo.

In questo spirito le ACLI invitano tutti i loro iscritti e simpatizzanti ad unirsi nella preghiera al Papa e alla Chiesa universale domani pomeriggio, e fanno appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà a riconoscere e promuovere le ragioni della pace.

Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale ACLI

 

 

Ecco il testo integrale della preghiera

 Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.

 Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività , sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!

 Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.

 Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.

 Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.

 Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.

 Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.

 Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.

 Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.

 Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.

 Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.

 Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.

 Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.

 Regina della pace, ottieni al mondo la pace.

 Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.

 Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.

 Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.

 Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.

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