Nella giornata in cui si celebra il terzo anniversario del naufragio di Lampedusa in cui persero la vita 368 persone, non si fermano nel mediterraneo le morti di migranti che cercano di raggiungere l’Europa in fuga da guerre e da regimi dittatoriali.
“Purtroppo ancora oggi – dichiara Antonio Russo, responsabile del welfare della Presidenza nazionale delle Acli – le promesse assunte al cospetto di quelle morti incolpevoli, restano per buona parte disattese.
L’apertura di corridoi umanitari che consentisse ai migranti di giungere in sicurezza in Europa e nel mondo e le politiche di ricollocamento nei Paesi dell’Unione si sono tristemente tradotte in un lento ma inesorabile processo di esternalizzazione delle frontiere europee e nella creazione di nuovi muri che feriscono alle radici la stessa idea di Europa.
Accogliere chi fugge da una guerra, da una calamità naturale o dalla persecuzione di un dittatore è, prima ancora che un dovere istituzionale, una opportunità. Non respingere bambini, donne e uomini in cerca di salvezza è un gesto di civiltà e di umanità di cui il popolo europeo potrà essere fiero.
Affinché il 3 ottobre diventi il giorno europeo della memoria dei migranti, i governi degli Stati assumano impegni volti a favorire il rispetto delle regole del diritto di asilo e a dotarsi di politiche strutturali che possano consentire una ordinaria gestione dei flussi.
Il modo migliore per ricordare e rispettare quelle vittime – conclude Russo – è fare sì che nessuna altra vita si perda.”