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“Hai undici anni, quasi…” di Caterina Bonetti

Hai undici anni, quasi. Vai a scuola. È Carnevale. Improvvisamente si chiudono le scuole, un virus ti rovina le vacanze. C’è un virus nuovo. Prima lo prendi in giro, è una stupidaggine che colpisce solo le persone anziane e malate, tu non ti devi preoccupare.

Poi ti accorgi che è più serio di quanto credessi. Incominci a pensare: che cosa sta succedendo? Improvvisamente vedi alla televisione una pubblicità: dice “Andrà tutto bene”, e dopo una che dice: “Come spiegare ai bambini il coronavirus…”. Coronavirus. Sembra il titolo di un libro di fantascienza. Non lo hai mai sentito prima.

Chiedi ai tuoi genitori: “Cosa sta succedendo?”. Ma non serve che te lo spieghino loro. Prima che tu te ne renda conto l’unica cosa che senti è “Economia distrutta…” oppure frasi che iniziano con “Cina…” o “Covid-19…”. La scuola non riapre. Ti ritrovi a essere invidiosa dell’amico che ha il giardino o la terrazza perché non puoi più uscire.

Non riesci a esprimerti più. Non vuoi. Perché sai che se dici qualcosa tutti pensano che stai avendo una settimana difficile. Ora le persone si mettono le mascherine per uscire.

Vedi solo immagini di città deserte, e l’unica cosa a cui riesci a pensare è come hanno potuto fare quelle foto senza uscire di casa. Realizzi che sono effettivamente usciti di casa e pensi: la gente non ragiona più.

Incominci a riflettere: ti senti imbarazzata perché poche settimane prima il Coronavirus lo prendevi in giro. Il giorno dopo al telegiornale senti: “Potrebbe durare a lungo”. Prima sei spaventata. Dopo ti decidi a rassegnarti. Hai cose da fare, leggi, suoni, studi.

Prima che te ne accorga è diventato un problema mondiale, tutti sono preoccupati. Non sai cosa dire, l’unica cosa che puoi fare è sperare che finisca presto e ricordarti: riusciremo a battere il virus assieme, perché tutto il mondo sta vivendo la tua stessa situazione.

Non sei da sola.


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