Cari aclisti, cari responsabili delle Acli, delle associazioni specifiche delle Acli, delle imprese e dei servizi delle Acli in tutti i territori!
Ci rivolgiamo a Voi per ringraziare di quanto avete operato, attraverso le Acli, a favore del bene comune nella Vostra comunità di riferimento e nella più grande comunità che ci tiene insieme, si chiami essa Italia, Europa o mondo. Abbiamo dato il nostro contributo, con le capacità e le risorse di cui disponiamo, per rendere questo mondo un poco più giusto e un poco più libero.
Così abbiamo svolto la nostra attività ordinaria, un lavoro sociale fatto di incontri e di scambio e di formazione, di servizi utili e di campagne, di iniziative popolari e di molte altre azioni sociali che, in un tempo così denso di cambiamenti, possono perfino rivelarsi… straordinarie. Allora occorre essere sempre più presenti nelle comunità, stare accanto a chi è più fragile e vulnerabile. Lì, dove abitano persone e gruppi così, lì si trova la nostra anima: nella parte più popolare del mondo.
Per fare questo occorrerà un movimento non solo solidale, ma anche solido. Così quest\’anno abbiamo continuato a lavorare nel “cantiere” aperto nel 2016, per riordinare e rafforzare le nostre fondamenta economiche e finanziarie e – a partire dal 2017 – anche le nostre fondamenta organizzative: non sono passaggi indolori, ben lo sappiamo. Il 2018 sarà un anno che porterà molti eventi. Non attendiamo il futuro con timore, ma con quel senso di realtà, di visione e di concretezza che hanno consentito alle nostre Acli di superare molte prove per essere una forza preziosa per tutti e per ciascuno.
La forza della preghiera ci aiuti a cogliere che – riprendendo le parole del Santo Padre – con la nascita di Gesù è nata una promessa nuova, è nato un mondo nuovo, ma anche un mondo che può essere sempre rinnovato. Sì, è una promessa che richiama ad un desiderio d\’impegno. È quanto Vi auguriamo per il Santo Natale, è quanto speriamo per l\’anno che ci attende.
La Presidenza nazionale Acli: Roberto con Agnese, Erica, Paola, Andrea, Antonio, Damiano, Emiliano, Fabio, Giacomo, Marco, Matteo, Santino, Stefano e don Giovanni