“Le Acli chiedono con forza l’approvazione al Senato di due leggi, quella relativa al diritto di cittadinanza e quella sulle misure di protezione dei minori stranieri”. Lo afferma Antonio Russo, responsabile Immigrazione delle Acli, in occasione della giornata del migrante e del rifugiato, che aggiunge: “ Se superasse lo scoglio del Senato, la legge sulle misure di protezione dei minori stranieri rappresenterebbe in Europa l’unica legge omogenea sul tema. L’approvazione di queste due norme – aggiunge Russo – tutelerebbe, da una parte, i minori che stanno arrivando in Italia e che iniziano or ora il loro percorso di inclusione; dall’altra aumenterebbe i diritti di coloro che hanno già percorso un pezzo di strada nel nostro Paese ma che non sono ancora cittadini a pieno titolo”.
Guerre, regimi totalitari, povertà e disastri ambientali sono ancora le principali cause che spingono molte persone – oltre 63 milioni – a lasciare le loro terre.
Ma ci sono due questioni drammaticamente nuove che si aggiungono a questo dato: l’enorme flusso di minori stranieri non accompagnati che arriva in Europa, prevalentemente via mare. Infatti, è proprio a questi ultimi che viene dedicata la giornata del migrante 2017, tre volte indifesi, per dirla con le parole del Papa “perché sono minori, perché stranieri, perché inermi”.
Al 31 ottobre 2016 i minori sbarcati in Italia sono stati quasi 24.000, praticamente il doppio rispetto all’anno precedente.
E poi ci sono quelli che in Europa non sono mai arrivati, perché morti in mare. Nel 2016 sono stati oltre 5.000: uomini, donne e bambini.
Oggi l’unica reazione dei paesi Ue è stata quella di contrastare l’ingresso di queste persone, erigendo muri. In altre parole, la Fortezza Europa, anziché gestire la questione migratoria con un’equa suddivisione di oneri e responsabilità, ha tentato di risolverla con l’edificazione di muri visibili – barriere, fili spinati, Cie, hotspot – e di muri invisibili.
“Le Acli ribadiscono il loro netto rifiuto alla misura preventiva dei Cie e degli hotspot – riprende il responsabile immigrazione delle Acli – poiché queste strutture sono fondate sulla rappresentazione dello straniero come un pericolo sociale, politico e sanitario. Sono strutture inutilmente costose e inefficaci, perché rappresentano niente di più che carceri a cielo aperto. Rifiutiamo anche l’attuale pratica xenofoba di smistamento sommario e di espulsione degli stranieri senza titolo di soggiorno, contro la loro volontà e con la forza, pratica che calpesta i più elementari diritti umani.
La riduzione delle operazioni di ricerca e soccorso in mare e gli accordi con la Turchia e altri paesi dell’Africa (esternalizzazione delle frontiere) sono operazioni che tentano solo di “salvare la faccia” – conclude Russo – demandando ad altri la questione. Inoltre, la gestione delle persone che sono riuscite a superare la Fortezza Europa, ha sempre avuto carattere emergenziale, determinando spesso un notevole ritardo nella gestione degli arrivi e un abbassamento degli standard di accoglienza e di sicurezza”.