Oggi, la “rivoluzione della mobilità”, muove un numero sempre maggiore di persone, più che in qualsiasi altro momento della storia. Un numero crescente di esseri umani si sposta dalle campagne verso le città, dal Sud verso il Nord del mondo, dalla guerra verso la pace.
Eppure per i migranti questo è stato un anno di straordinaria emergenza, difficoltà e dolore: l’eccezionale numero di morti in mare; il traffico di persone e l’indisturbato business degli scafisti; i fiumi di persone lungo le nuove rotte terrestri; l’incapacità dell’Unione Europea di prendere delle decisioni e i balletti su quote e accoglienza; la “miniera d’oro” di mafia capitale; le costruzioni dei muri (siamo arrivati a 65 muri per un totale di 8.000 km); la narrazione dei media, volta più a creare panico che pensiero.
Per questi motivi le Acli ritengono che la celebrazione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2016, peraltro nell’Anno della Misericordia, assuma un significato particolare: un invito ad impegnarci di più, singoli, associazioni e istituzioni. Un impegno volto ad accogliere concretamente lo straniero; a combattere il pensiero unico sui migranti dei media; a pretendere attenzione politica per la dignità degli immigrati, non solo di quelli che arrivano come profughi e rifugiati, ma anche di quelli che vivono nel nostro paese da molti anni, arricchendolo da tutti i punti di vista, ma senza alcun diritto di cittadinanza.
“Un continente che si fregia di essere stato la culla dei diritti umani deve far sì” afferma Antonio Russo, responsabile politico Acli Immigrazione, “che la vita umana venga prima della sovranità e degli interessi degli Stati e che il diritto di un profugo, di un richiedente asilo o di un migrante economico sia sempre rispettato per non far retrocedere la storia europea di qualche secolo”.