Il 27 gennaio 1945 le forze dell’Armata Rossa, che stavano avanzando verso il cuore del Terzo Reich, aprirono i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau e vi trovarono l’orrore, quell’orrore che ha reso la Seconda guerra mondiale diversa da tutte le altre guerre: oltre alle cause politiche ed economiche che sono proprie di ogni conflitto, infatti, essa portava in sé il progetto terribile dell’eliminazione di milioni di persone – un popolo intero – non colpevoli d’altro che di esistere e di essere quello che erano.
Affermare l’unicità della Shoah, cioè del progetto sistematico di distruzione del popolo ebraico, non significa trascurare altri eventi genocidiari che si sono verificati e tuttora si verificano nel mondo. Significa invece cercare di comprendere perché, nel cuore stesso della civile Europa cristiana, sia stato possibile concepire e mettere in atto un simile orrore: questo non solo per la perversa ideologia abbracciata dai leader politici della Germania e degli stati alleati e collaborazionisti, a partire dall’Italia fascista, ma anche per l’accettazione passiva e, peggio, l’attiva partecipazione di quei popoli.
Chi, in quei tempi di oppressione, parlò ed agì contro le atrocità che venivano commesse sapendo di correre degli altissimi rischi personali può veramente essere chiamato “Giusto fra le Nazioni”.
Ma le azioni più perverse non avrebbero potuto essere compiute se ad alimentarle non vi fossero state le idee distorte e criminali proprie dell’ideologia nazifascista. Per questo, la Giornata della Memoria è anche un ammonimento contro la diffusione di notizie false, di ipotesi complottiste che fanno riaffiorare il fantasma dell’antisemitismo prendendo a spunto in modo spregevole anche l’attuale tragedia della pandemia.
Occorre essere implacabili nello stroncare sin dal loro nascere tali menzogne e vigilare sull’antisemitismo, che riaffiora sempre più frequentemente con diverse manifestazioni. Le false notizie e menzogne sono, come ha ribadito qualche mese fa papa Francesco, delle “micce che vanno spente” prima che deflagrino in tutto il loro terribile potenziale.
Le ACLI invitano a celebrare il Giorno della Memoria innanzitutto nel ricordo di un terribile fatto storico, ma anche come una questione di oggi, occasione per un’opera attiva di sensibilizzazione contro l’antisemitismo ancora latente in parole e pensieri e contro ogni forma di discriminazione delle persone in base alla religione, alla cultura, al colore della pelle, all’orientamento sessuale.