“Serve un piano straordinario, un’alleanza per combattere il lavoro povero, una piaga ancora troppo nascosta e spesso mascherata dai dati positivi sull’occupazione”. Così Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale delle Acli intervistato per Il mondo alla radio su Radio Vaticana a proposito del G7 sul lavoro che si apre domani a Cagliari. “Se è vero che i salari sono aumentati, non possiamo dimenticare però che negli ultimi 10 anni, in Italia, hanno perso più di 4 punti percentuale e che, se si conta l’impatto dell’inflazione, stando ai nostri dati in media si sono persi 1800 euro l’anno tra il 2019 e il 2022: significa che, ancor più per donne, giovani e migranti, oggi anche se si ha un lavoro stabile non sempre questo permette un’esistenza libera e dignitosa, così come ci dice la nostra Costituzione.
Inoltre, la qualità del lavoro si incrocia perfettamente con l’altro tema del G7, quello dell’Intelligenza Artificiale, che è stato oggetto del nostro ultimo Incontro nazionale di Studi, perché se è vero che l’IA potrà cancellare molti posti di lavoro è anche vero che ci sarà sempre più bisogno di figure specializzate su cui bisognerà investire: nuovo lavoro e nuove competenze, insomma, se ci faremo trovare pronti. Solo con una formazione continua, calibrata sulle esigenze del mercato, gratuita ed estesa a tutti i lavoratori, a cui affiancare investimenti seri e strutturali per piattaforme di incontro fra domanda ed offerta di lavoro, riusciremo a contrastare il terribile fenomeno del mismatch lavorativo (che colpisce i lavoratori, le imprese e il sistema Paese) e a migliorare la qualità del lavoro, raggiungendo anche salari in grado di garantire un’esistenza libera e dignitosa. Tutto questo deve essere fatto alla luce del trend demografico, un problema che riguarda tutta l’Europa e l’occidente: la glaciazione demografica ci obbliga a pensare strumenti per incentivare la natalità sostenendo giovani e famiglie, ma anche a ripensare il coinvolgimento e una politica di regolarizzazione intelligente e continuativa dei migranti, che sono una ricchezza in termini di forza lavoro, energie e nuove competenze.”