In occasione del 2 giugno, festa della Repubblica italiana, il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini ha dichiarato: “Il 2 giugno ci richiama ancora alla responsabilità Lo stesso giorno del 1946 gli italiani scelsero la Repubblica e le donne e gli uomini che avrebbero dato al Paese una Carta fondamentale, basata sulla centralità della persona, della promozione del lavoro e delle formazioni sociali.
Ora come allora lo spirito Costituente e la ricerca condivisa del bene comune del Paese dovrebbero prevalere sui particolarismi e le tattiche di corto respiro, per allargare le basi popolari della democrazia, che rischia di venire erosa dall’allontanamento di una parte importante del popolo dal circuito della rappresentanza. Tra questi, vi è una parte importante di persone che ha scelto di vivere in Italia contribuendo con il proprio lavoro alla sua ricchezza.
Per questo la stagione delle riforme istituzionali non deve essere archiviata. Serve un nuovo patto costituzionale per garantire stabilità politica, rappresentatività degli eletti ed efficacia degli istituti della democrazia. È la premessa per modernizzare lo Stato, creare lavoro, giustizia sociale e integrazione.
La democrazia non è solo un voto. È un processo quotidiano di comprensione delle istanze sociali ed economiche. È la creazione di un consenso sui programmi e la loro coerente attuazione.
Perché a volte l’agenda dei partiti incrocia le priorità della gente comune il tempo necessario dell’annuncio di un provvedimento. La politica deve, invece, trovare la forza di perseverare nella sua azione su temi come il lavoro, la casa e l’eliminazione delle disuguaglianze sociali. Altrimenti si rischia il distacco dei cittadini dalle istituzioni”.