“La maggioranza chiarisca che essere antifascisti è un valore universale”. A chiederlo è Emiliano Manfredonia, Presidente delle Acli, che incalza: “I non detti lasciano spazio a equivoci, specie se si sostiene la candidatura di Vannacci, che ha rilasciato affermazioni a dir poco preoccupanti, definendo Mussolini uno statista al pari di Cavour, dichiarando di non essere antifascista e a favore dei manganelli usati sugli studenti”. Affermazioni gravi, specie per qualcuno che si candida a “rappresentarci in un’Europa già attraversata da nazionalismi ed estremismi”. Dopo la censura a Scurati, “mi pare che l’antifascismo, che abbiamo appena celebrato il 25 aprile, non sia un valore per qualcuno e, anzi, in alcuni protagonisti del nostro panorama politico prevalga il sentimento opposto”, prosegue Manfredonia, che sottolinea come “i richiami di Vannacci alla ghettizzazione dei disabili o l’esaltazione delle performance sportive di alcune eccellenze tra gli alunni della scuola suonano tristemente affini alle idee del regime fascista”. Da questo l’invito del numero uno delle Acli a “ritirare la candidatura di un simile personaggio o, quantomeno, a prenderne le distanze da parte della maggioranza di governo: una volta per tutte, questa parte politica deve risolvere il proprio rapporto con il fascismo e dichiarare chiaramente da che parte sta. Non dimentichiamo che il fascismo ha proliferato non perché rappresentasse il pensiero della maggioranza, ma per il servilismo dei gerarchi e il silenzio timoroso delle brave persone”.