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Ecco, in sintesi, i 6 punti dell’appello “l’Europa che vogliamo”:
- Un’Europa democratica e partecipativa
- Un’Europa solidale e accogliente
- Un’Europa del valore umano del lavoro e del lavoro per tutti
- Un’Europa della promozione della cultura, della scienza e dell’arte
- Un’Europa dello sviluppo sostenibile e dell’economia integrale
- Un’Europa del Terzo settore, dell’associazionismo e della gratuità
Su quest’ultimo punto è intervenuto Stefano Tassinari, Vicepresidente Acli con delega al Terzo settore: “Abbiamo bisogno dell’Europa perché non si affermi nel mondo una competizione stile far west: senza regole, che premia la forza e la scaltrezza, l’arricchirsi di pochi, il dumping e il lavoro povero, la legge del più forte e della speculazione sulle ragioni della solidarietà e dell’accoglienza umana. E l’Europa ha bisogno dell’impegno attivo dei cittadini nell’associazionismo e nel Terzo settore e di un maggiore riconoscimento del loro ruolo ed operato. Ne ha bisogno per unire popoli culture e ritessere comunità nelle differenze, per dare vita a uno sviluppo veramente umano e di pace per tutti. Queste organizzazioni sono già protagoniste dell’Europa e di un’economia nuova. E si sono battute anche per il Pilastro sociale europeo che oggi chiediamo divenga un social compact che obblighi gli stati a clausole e misure che garantiscano lavoro buono e lotta inclusiva alla povertà ovunque. L’economia per fiorire va rimessa al suo posto: al servizio della crescita umana e civile, insieme e di tutti. Nessuno escluso”.
IL DOCUMENTO UFFICIALE